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Il caso

Triptorelina nel mirino del governo: in arrivo la stretta sui bloccanti della pubertà

Tavoli di lavoro e nuove linee guida: l'impatto sulle terapie per giovani trans

L'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi è il più grande ospedale policlinico di Firenze

L'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi è il più grande ospedale policlinico di Firenze

Il governo italiano ha posto sotto esame l'utilizzo della triptorelina, un farmaco utilizzato per ritardare la pubertà nei percorsi di affermazione di genere, sollevando una serie di questioni su possibili nuove restrizioni. La triptorelina è un farmaco che blocca la produzione degli ormoni responsabili della maturazione sessuale, rallentando lo sviluppo puberale nei bambini con pubertà precoce e utilizzato anche nei trattamenti di alcuni tumori. Può ridurre la produzione di testosterone negli uomini e di estrogeni nelle donne, contribuendo a rallentare la progressione dei tumori prostatici e mammari. In Italia, la triptorelina è stata approvata nel 2019 per il trattamento della disforia di genere negli adolescenti, dopo un parere favorevole del Comitato Nazionale di Bioetica nel 2018 e seguendo le linee guida delle società scientifiche come la Società Italiana di Endocrinologia (SIE). La somministrazione del farmaco dovrebbe avvenire solo dopo una serie di valutazioni con specialisti, garantendo un monitoraggio approfondito della salute dei giovani pazienti.

Ora le posizioni sembrano essere cambiate. L'azione del governo è iniziata a gennaio con un'ispezione all'ospedale Careggi di Firenze da parte del Ministero della Salute, mirata a valutare i percorsi di trattamento della disforia di genere e l'uso della triptorelina.  L'ispezione ha portato alla luce "elementi di criticità molto significativi" e il Ministero della Salute ha raccomandato alla Regione Toscana una serie di azioni correttive. Tra queste, l'inclusione regolare di valutazioni neuropsichiatriche infantili per la prescrivibilità e la rimborsabilità della triptorelina. Nel frattempo, l'ospedale Careggi ha deciso di sospendere tutte le nuove prescrizioni del farmaco.

Parallelamente, il Ministero della Salute e quello della Famiglia hanno annunciato un tavolo di lavoro per elaborare nuove linee di indirizzo sull'uso della triptorelina. Il Consiglio regionale della Lombardia ha sostenuto questa iniziativa, nonostante nessuna struttura nella regione prescriva attualmente il farmaco. Esponenti politici fanno riferimento anche alle recenti decisioni del Regno Unito di vietare i bloccanti della pubertà per la disforia di genere nei minori a seguito di una approfondita analisi che ha messo in risalto gli effetti troppo spesso negativi per l’uso di taluni farmaci come la triptorelina che molte volte ha effetti irreversibili, provocando gravi danni e l’impossibilità di “ripensamenti” futuri. Anche su questo fronte non c’è completa unanimità, in una lettera congiunta alcuni  endocrinologi, andrologi e neuropsichiatri infantili sostengono che gli effetti della triptorelina siano reversibili. 

Alcune associazioni come la GenderLens hanno eccepito sull’iniziativa del governo, che in ogni caso ha fatto prevalere il principio di precauzione. In tutto il mondo vi è una riflessione sull’approccio alla disforia di genere ove allignano ancora estremizzazioni ideologiche che il più delle volte esulano dal tema terapeutico e psicologico. Il cosiddetto genderismo stava diventando una ideologia pervasiva addirittura da diffondere nelle scuole elementari. I disturbi della disforia di genere quando si manifestano nei giovani diventano un grave problema per le famiglie che vanno aiutate e supportate soprattutto fornendo loro certezze terapeutiche e coperture sanitarie pubbliche.

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