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Rocco Siffredi mai visto così, ecco cosa ha detto a Verissimo I VIDEO

I 4mila film girati, l'unica donna amata, un patrimonio personale di 215 milioni di dollari, tutti i segreti del divo

Rocco Siffredi: Tra Luci e Ombre di una Vita Sotto i Riflettori

Rocco Siffredi, un nome che evoca immagini di fama e controversia, è tornato a raccontarsi in un'intervista a Verissimo, condotta da Silvia Toffanin. Un'occasione per svelare non solo la sua carriera, ma anche le sfumature più intime della sua vita personale. Un viaggio che parte da Ortona, suo paese natale, e attraversa decenni di successi e difficoltà, fino a giungere al cuore di un uomo che, nonostante la notorietà, vive ancora con le sue fragilità.

Ma anche un aspetto mai visto di un attore, anche se non vuole definirsi tale, ma soprattutto di un imprenditore che ha saputo creare - tra i 4mila film girati e la sua casa di produzione in Ungheria, fino a diventare un brand - un impero economico per un patrimonio personale valutato di 215 milioni di dollari.




La vita di Rocco Siffredi, nato Rocco Tano, è stata segnata da eventi drammatici fin dalla tenera età. La morte del fratellino, avvenuta quando Rocco aveva solo 12 anni, ha lasciato un'impronta indelebile nella sua esistenza. "Ero all'asilo quando mi venne a prendere un'amica di mia sorella", ricorda Siffredi. "Appena arrivati a casa, sentii le grida. Non capivo cosa stesse accadendo, ma quelle immagini non mi hanno mai abbandonato". Un dolore che ha segnato profondamente anche sua madre, la quale, per un anno, continuò a mettere un piatto a tavola per il figlio scomparso.

A partire dai 12 anni, Siffredi ha iniziato a sviluppare quella che lui stesso definisce "una vera e propria ossessione per il sesso". Un interesse che lo portò persino al ricovero per abuso di masturbazioni. "Mia madre voleva che diventassi prete", racconta, "e mi obbligò a fare il chierichetto". Un contrasto stridente tra le aspettative familiari e le sue inclinazioni personali, che avrebbe poi influenzato tutta la sua vita.

Nonostante le difficoltà iniziali, Rocco Siffredi è riuscito a trasformare la sua ossessione in una carriera di successo, diventando una delle icone più riconosciute del cinema per adulti. La sua vita è stata raccontata anche nella serie "Supersex", presentata al Festival del Cinema di Berlino e disponibile su Netflix. Un'opera che esplora la sua vita fin dall'infanzia, mettendo in luce le sue origini e il suo rapporto con l'amore.

Oggi, Siffredi si mette nuovamente in gioco con uno spettacolo teatrale intitolato "Siffredi racconta Rocco", un viaggio intimo e divertente nella sua vita e carriera. "Per la prima volta mi racconto come avrei sempre voluto fare", afferma. Un racconto che alterna momenti di comicità a confessioni intime, guidato dalla sua stessa voce. Al suo fianco, la moglie Rózsa, che lo ha sempre sostenuto nonostante i pregiudizi legati alla sua professione.

Durante l'intervista a Verissimo, Siffredi non ha potuto trattenere le lacrime parlando delle difficoltà che la sua carriera ha comportato per la famiglia. "Il mondo cambia e il mio lavoro non è stato facile per mia moglie", ha confessato. "Mio figlio è stato lasciato dalla fidanzata perché i genitori non volevano che stessero insieme". Un peso che Siffredi sente di aver imposto ai suoi cari, una "croce" che non hanno scelto di portare.


Nonostante le difficoltà, l'amore e il supporto della famiglia restano un punto fermo nella vita di Siffredi. "Mia moglie mi ha sempre detto 'fallo e fallo bene'", racconta. Un amore che è stato messo alla prova dai pregiudizi, ma che ha resistito grazie alla forza e alla comprensione reciproca. "Quando torni a casa, da uomo, la vedi, ti guarda e quegli occhi cercano di capire 'oggi hai solo lavorato o no?'", confessa Siffredi, sottolineando quanto sia stato difficile mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata.

Rocco Siffredi è un uomo che vive tra pubblico e privato, tra la notorietà e le sue vulnerabilità. La sua storia è quella di un uomo che ha cercato di essere fedele a se stesso, nonostante le difficoltà e i giudizi altrui. Un percorso che continua a esplorare attraverso il teatro, dove spera di non piangere come ha fatto in televisione. "Non sono un attore", ammette, ma il suo desiderio di raccontarsi è più forte di qualsiasi ansia da palcoscenico.

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