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Cosa bevono gli italiani? Signorvino svela i trend, ma il nuovo Codice della Strada "frena lo stappo"

La classifica dei più venduti (per ora)

Cosa bevono gli italiani? Signorvino svela i trend, ma il nuovo Codice della Strada "frena lo stappo"

Se c’era bisogno di un’ulteriore conferma del boom del vino in Italia, l’Osservatorio Signorvino ha fornito numeri e tendenze che parlano chiaro. Il 2024 si chiude con un fatturato di 85,7 milioni di euro, segnando una crescita del 17,5% rispetto all’anno precedente e un totale di oltre 2,2 milioni di bottiglie vendute. In cima alla classifica per valore c’è lo Champagne, con una quota del 9,5%, seguito da Franciacorta (8,8%) e Amarone (7,8%). Il Prosecco, pur restando il re indiscusso delle vendite in termini di quantità, si ferma al quarto posto per valore (7,6%), confermando la sua natura di best-seller a prezzo accessibile. Tra le denominazioni di fascia alta, spiccano anche Brunello e Barolo, grazie al loro posizionamento premium.

Nei punti vendita sparsi in tutta Italia, compresa Torino (e con due sedi internazionali a Praga e Parigi), il Prosecco si conferma il vino più richiesto nel retail, incidendo per il 17,3% sulle vendite totali. A seguire, Valpolicella Ripasso (6,1%), Lugana (5,4%) e Primitivo (5,4%). Ma la sorpresa più grande è il ritorno in auge dei vini rossi, che, nonostante una generale flessione nei consumi globali, dominano le vendite con il 46% del valore complessivo, seguiti dalle bollicine (32%) e dai vini bianchi (16%). Anche in termini di quantità, i rossi restano in testa (42%), con bollicine e bianchi rispettivamente al 30% e 22%. Una tendenza che ribadisce l’amore degli italiani per il vino strutturato e dal lungo affinamento.

Il retail continua a essere il cuore pulsante del business di Signorvino, con un fatturato di 25 milioni di euro (+18,2%) e uno scontrino medio salito a 48,27 euro. La ristorazione ha totalizzato 59 milioni di euro (+16,6%), mentre l’e-commerce si è imposto come motore di crescita con un +25% rispetto al 2023 e un giro d’affari di 1,772 milioni di euro. Numeri che spingono la catena ad ampliare ulteriormente la sua presenza, con l’annuncio dell’apertura di 10 nuove sedi nel 2025, tra cui Bergamo e Torino, dove il format innovativo punta a conquistare anche il pubblico piemontese.

Ma il 2025 è iniziato con un’incognita non da poco: il nuovo Codice della Strada. Le prime settimane dell’anno hanno registrato un calo significativo nella vendita al calice e nell’asporto, segno che i consumatori stanno modificando le loro abitudini per evitare problemi con le nuove restrizioni e l’aumento dei controlli. Un fenomeno particolarmente evidente nei punti vendita delle grandi città, dove le limitazioni alla guida incidono maggiormente sulle scelte di consumo serale.

Per contrastare l’effetto frenata, Signorvino ha introdotto nuove strategie, come la formula “Happy Wine”, che offre ai clienti una bottiglia da bere al tavolo con un piatto omaggio e uno scrigno aperitivo. In caso di bottiglia non finita, viene fornito un tappo personalizzato per portarla a casa, un’idea che punta a stimolare la clientela senza andare contro le normative.

“Le sfide non ci spaventano. Anzi, ci spronano a fare sempre meglio” afferma Federico Veronesi, amministratore delegato di Signorvino. “Il vino non è solo una bevanda alcolica, ma un’esperienza che arricchisce le nostre vite e unisce le persone. Il nostro obiettivo è continuare a valorizzarlo, proponendo eventi esclusivi come cene con produttori e degustazioni guidate”. Sulla stessa linea Luca Pizzighella, general manager del brand: “Viviamo un’epoca in cui il vino è sempre più stigmatizzato, ma noi vogliamo promuoverne la cultura e le tradizioni, esaltandone bellezza e autenticità”.

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