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Letteratura

"Rivoluzionarie": le donne che hanno riscritto la storia d’Italia nel saggio controcorrente di Emanuele Ricucci

Dal talento dimenticato di Properzia de’ Rossi alla forza visionaria di Anna Maria Luisa de’ Medici, un viaggio tra biografia e riflessione che restituisce dignità e voce a chi ha osato sfidare il proprio tempo.

"Rivoluzionarie": le donne che hanno riscritto la storia d’Italia nel saggio controcorrente di Emanuele Ricucci

Copertina del libro

C'è un’Italia nascosta tra le pieghe della storia. Un’Italia fatta di donne straordinarie, coraggiose, geniali, troppo spesso dimenticate o relegate al ruolo di semplici comparse. È a loro che Emanuele Ricucci dedica il suo ultimo saggio, “Rivoluzionarie - Storie di grandi donne per una grande Italia” (Edizioni Archeoares), un’opera potente, profonda, e – come l’autore stesso – fiera di andare controcorrente.

Scritto con la penna acuta e appassionata di chi conosce bene il peso delle parole e la responsabilità della memoria, il libro non si limita a raccontare sette biografie. Le illumina. Le rilegge come atti di rivoluzione in un mondo che negava alle donne persino il diritto di immaginare. Ricucci le chiama per nome: Properzia de’ Rossi, prima scultrice riconosciuta del Rinascimento; Anna Maria Luisa de’ Medici, l’ultima della dinastia medicea, senza la quale il patrimonio artistico fiorentino non sarebbe mai rimasto alla città; Marzia degli Ubaldini, figura audace e simbolica. E poi le altre, tutte da scoprire.

Ma Ricucci non scrive un semplice libro di storia. Le sue “rivoluzionarie” diventano simboli, archetipi, scintille. E mentre sfoglia i secoli, non si limita a ricostruire i fatti: li interpreta, li attraversa, li riflette. Ne nasce un racconto vibrante che parla di libertà, parità, talento, e soprattutto di una dignità femminile che non ha mai chiesto il permesso di esistere.

"Setaccia la storia come un cercatore di pepite d’oro", scrive Lucia Esposito nella prefazione – giornalista, scrittrice e capo redattrice Cultura di Libero. Con lucidità e passione, Ricucci strappa queste vite dall’oblio, ne elimina la polvere del tempo e le restituisce al lettore “levigate e lucenti”. Ogni protagonista è una rivoluzione, ogni pagina un riscatto.

Classe 1987, Emanuele Ricucci ha il talento di chi sa unire rigore storico e forza narrativa. Giornalista culturale per Libero Quotidiano, ha lavorato con figure come Vittorio Sgarbi e Marcello Veneziani, e diretto contenuti per testate di taglio culturale come Il Giornale OFF. La sua voce è affilata, ma mai cinica. E soprattutto non rinuncia a dire ciò che molti evitano: che la Storia non è neutra, e che troppo spesso è stata scritta solo al maschile.

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