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Imprenditori USA
15 Aprile 2025 - 20:15
Un imprenditore immobiliare newyorkese come nuovo volto della diplomazia americana? Non è l’incipit di un film, ma la realtà politica degli Stati Uniti targati Trump. Steve Witkoff, miliardario, ex avvocato del Bronx e da anni amico fidato del presidente, è oggi l’uomo chiave della Casa Bianca nei negoziati più delicati: dalla guerra in Ucraina al conflitto israelo-palestinese.
Venerdì scorso, Witkoff ha incontrato per la terza volta in tre mesi Vladimir Putin a San Pietroburgo. Cinque ore di colloqui, con al centro i territori contesi dell’ Ucraina orientale e meridionale: Crimea, Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Ai microfoni di Fox News ha parlato di un “interesse sincero” del presidente russo per una pace duratura. Ma da Mosca il ministro degli Esteri Lavrov ha subito frenato, riconoscendo agli americani un approccio più profondo rispetto all’Europa, ma ribadendo le difficoltà nel trovare una base comune.
Nominato “inviato speciale per il Medio Oriente” pochi giorni dopo la vittoria di Trump nel novembre 2024, in un ruolo che non richiede l’approvazione del Senato, Witkoff ha progressivamente esteso il suo raggio d’azione fino a diventare l’interlocutore privilegiato con Mosca. Tutto è cominciato da Gaza, dove ha contribuito alla mediazione della tregua tra Israele e Hamas, entrando persino nella Striscia per verificare sul campo l’attuazione dell’accordo.
Nel frattempo, ha anche trattato con successo la liberazione di Marc Fogel, cittadino americano detenuto in Russia, in cambio dell’hacker russo Alexander Vinnik. Un’operazione che ha aperto la porta al dialogo diretto con il Cremlino, cementato dagli incontri con Putin e con il capo del fondo sovrano russo, Kirill Dmitriev.
In un’intervista a Tucker Carlson, Witkoff ha definito Putin “un grande, super intelligente”, sostenendo che l’invasione dell’Ucraina “non è stata necessariamente iniziata da Mosca” e che molti ucraini orientali preferirebbero vivere sotto la Russia. Frasi che hanno fatto infuriare parte dell’opinione pubblica e della diplomazia tradizionale, ma che non sembrano scalfire la fiducia di Trump.
Del resto, il legame tra i due affonda le radici negli anni Ottanta, quando Witkoff, allora giovane avvocato, pagò un panino a un Donald Trump rimasto senza contanti in una tavola calda di Manhattan. Da allora, partite a golf, affari e politica hanno reso il rapporto sempre più stretto, fino all’ascesa diplomatica del “ tycoon che sussurra ai leader”.
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