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Ucraina, la pace è vicina? Le rivelazioni di Steve Witkoff su un accordo storico con Putin

Un incontro a San Pietroburgo segna una svolta nelle trattative per il cessate il fuoco: Putin pronto a una "pace permanente"

Ucraina, la pace è vicina? Le rivelazioni di Steve Witkoff su un accordo storico con Putin

Steve Witkoff, inviato speciale di Donald Trump per il Medio Oriente, è tornato recentemente dal suo incontro con Vladimir Putin a San Pietroburgo, un incontro che potrebbe segnare una svolta nella lunga e sanguinosa guerra in Ucraina. La sua dichiarazione ha scosso l'ambiente diplomatico: "Potremmo essere sul punto di raggiungere qualcosa di molto, molto importante." Non una semplice frase di circostanza, ma un'allusione ad un possibile accordo che potrebbe ridisegnare gli equilibri geopolitici del mondo intero.

Witkoff ha rivelato che l'oggetto centrale di discussione riguarda i "cinque territori" contesi tra Russia e Ucraina. Senza esplicitare nomi, il riferimento va inevitabilmente alla Crimea, già annessa illegalmente dalla Russia nel 2014, e alle regioni orientali ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. In un mondo dove ogni mossa geopolitica è misurata con la lente del potere militare e diplomatico, l'idea che si stia parlando di una "pace permanente" su questi territori è un colpo di scena, un barlume di speranza in un conflitto che dura ormai da più di tre anni.

Ma la posta in gioco non è solo territoriale. Witkoff ha insistito sul fatto che l'accordo include questioni ben più complesse, come la sicurezza, l’eventualità di un allontanamento della NATO dalla zona, e addirittura le implicazioni dell'articolo 5 del trattato NATO, che garantisce la difesa collettiva. Non si tratta, quindi, di una semplice tregua, ma di un impianto che riscrive le fondamenta delle relazioni internazionali. "È una situazione complicata", ha ammesso Witkoff, ma questa stessa complicazione potrebbe essere la chiave per una soluzione che renda le parti protagoniste di una nuova era di stabilità.

La risposta di Putin, al termine di questo incontro maratona, non ha tardato ad arrivare. Con una calma glaciale, il presidente russo ha indicato chiaramente la sua volontà di “arrivare a una pace duratura”, ma non senza mettere sul tavolo le sue richieste in termini di sicurezza, di sfere di influenza, e di revisioni dei confini già fissati dal mondo occidentale.

Eppure, se da un lato la Russia appare disposta a negoziare, dall'altro ci sono segnali che suggeriscono una certa cautela, persino scetticismo, da parte dell’amministrazione Trump. Fonti interne alla Casa Bianca rivelano che alcuni dei consiglieri più vicini a Trump esprimono preoccupazione riguardo alla veridicità della volontà di Putin di porre fine al conflitto. Per loro, Mosca sta solo guadagnando tempo, consolidando i suoi successi sul campo mentre tenta di ottenere concessioni massicce. La lotta per il controllo della narrazione è ora tanto importante quanto quella per i territori.

Nel frattempo, i droni e i bombardamenti continuano a scuotere le terre dell'Ucraina orientale, ricordandoci che la guerra non è mai davvero lontana. Il conflitto non si limita ai colloqui di pace, ma continua a seminare morte e distruzione ogni giorno, come testimonia l’ultimo attacco su Kursk, che ha provocato vittime tra i civili. L’Ucraina, attraverso il suo presidente Zelensky, ha ribadito la sua posizione: “Fermiamo Putin o sarà guerra mondiale”.

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