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15 Aprile 2025 - 01:04
E se scoppiasse la guerra? Ecco quanti torinesi potrebbero essere richiamati alle armi
In Germania è aperto il dibattito sulla reintroduzione del servizio di leva obbligatorio. In Ucraina, nonostante i proclami di Trump, si continua a combattere. E dalla Russia quasi ogni giorno arrivano minacce che fanno dormire sonni poco tranquilli nelle capitali di mezza Europa. Così qualcuno, in Italia, comincia a chiedersi: cosa succederebbe in caso di guerra o di un aggravarsi della crisi che potrebbe richiedere uno spiegamento di forze militari?
Ovviamente tutti gli scongiuri del caso sono ben accetti ma intanto la risposta, per quanto riguarda Torino, è arrivata ieri dal consiglio comunale dove l'assessore Francesco Tresso, rispondendo a un'interpellanza di Silvio Viale (+Europa-Radicali), ha chiarito che i torinesi attualmente iscritti alle liste di leva sono 107.350. Eh sì, perché la leva in Italia tecnicamente non è stata abolita ma solo sospesa e quindi tutti i cittadini maschi di età compresa tra i 18 e i 45 anni, in caso di necessità, possono essere richiamati alle armi. Ovviamente se hanno la cittadinanza italiana, il che a Torino comprende anche 3mila "ex stranieri". E se davvero un giorno arrivasse la cartolina? In teoria, c'è sempre la possibilità di appellarsi all'obiezione di coscienza. Sempre se la legge non venisse cambiata per una sopraggiunta, e ai tempi imprevedibile, emergenza...
«Per fortuna, si tratta di un'eventualità remota - sottolinea Viale - ma la situazione in Ucraina sta proponendo il problema. Ho sollevato la questione perché mi pare curioso che gli iscritti alle liste di leva, che vengono aggiornate dal Comune ogni anno, siano solo maschi. Ormai la parità di genere è un dato di fatto ovunque però in questo caso abbiamo un retaggio del passato. Sarebbe forse il caso di riformare in modo serio le liste di leva o di eliminarle del tutto».
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