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Truffe
17 Aprile 2025 - 19:35
Erano partiti con l’idea di vivere un’avventura nella savana africana, ma il loro viaggio si è concluso in manette. Due giovani turisti belgi, David Lornoy e Seppe Lodewijckx, entrambi appena diciottenni, sono stati fermati a Nairobi per traffico illecito di fauna selvatica. Nella loro valigia? Non souvenir o foto del safari, ma un bottino decisamente insolito: 5.000 formiche rare, meticolosamente conservate in oltre duemila provette sigillate.
Il blitz è scattato nella contea di Nakuru, una delle mete preferite dagli amanti della natura. Qui, in una guest house, i due ragazzi avevano nascosto il loro "tesoro biologico", tra cotone e contenitori di vetro. Alcune delle formiche appartenevano alla specie Messor cephalotes, soprannominata “la gigante africana”. Il valore complessivo del carico? Oltre 10.000 euro.
I due si sono difesi dicendo di non essere a conoscenza della gravità del loro gesto. “Le raccoglievamo per curiosità, per divertimento”, hanno dichiarato davanti al giudice, mostrando sorpresa per le accuse.
Il caso ha rivelato una realtà preoccupante: il traffico di fauna non riguarda più solo i grandi animali o le parti più preziose, come zanne o corni. Adesso, anche gli insetti sono finiti nel mirino dei bracconieri. Con i due belgi sono stati arrestati anche un cittadino keniano, Dennis Ng’ang’a, e un vietnamita, Duh Hung Nguyen, trovati in possesso di altre 400 formiche esotiche. Tutti sono ora in attesa della prossima udienza, fissata per il 23 aprile.
Il Kenya Wildlife Service ha lanciato un segnale d’allarme: dietro a queste micro-creature si nasconde un pericolo ecologico enorme. Le formiche sequestrate, spiegano gli esperti, svolgono un ruolo cruciale nel mantenere in salute l’ambiente. “Aiutano la fertilità del suolo, favoriscono la germinazione delle piante e sono fonte di cibo per altri animali”, ha dichiarato Philip Muruthi della African Wildlife Foundation.
Ma il rischio non è solo ambientale: esportare insetti senza controlli può veicolare malattie e compromettere gli equilibri sanitari nei paesi di destinazione.
Sul mercato illegale, alcune di queste formiche possono valere fino a 200 euro ciascuna, soprattutto in Paesi come Regno Unito e Vietnam, dove collezionisti, ricercatori o semplici appassionati cercano esemplari rari da studiare o esibire. Un business sommerso ma in forte espansione, che sta lentamente spostando l’attenzione dalle specie iconiche ai minuscoli – e spesso ignorati – ingranaggi della biodiversità.
Il caso dei due ragazzi belgi potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Per le autorità keniane, il traffico di insetti è un nuovo fronte nella lotta al bracconaggio. E questa volta, l’arma usata non è un fucile, ma una provetta.
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