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Economia

Troppo complicato ricaricare a casa: così l’auto elettrica frena in Italia

Impianti assenti nei condomìni, scarsa fiducia nei servizi condivisi e costi elevati: perché servono incentivi e semplificazioni

Troppo complicato ricaricare a casa: così l’auto elettrica frena in Italia

L’auto elettrica fatica a conquistare il mercato italiano. Un ostacolo cruciale resta l’impossibilità per molti di ricaricare il proprio veicolo a casa. Secondo un’analisi condotta da ChargeGuru solo il 20% degli italiani vive in abitazioni indipendenti compatibili con l’installazione di una wallbox domestica. Per il restante 80%, che abita in condomìni o palazzi la questione si complica.

In contesti residenziali condivisi la ricarica privata richiede una pianificazione collettiva spesso rallentata da ostacoli di natura tecnica, economica e sociale. Lo conferma una recente indagine di ChargeGuru, che ha coinvolto 3.480 condomìni in Italia: solo il 9% degli edifici risulta dotato di una struttura per la ricarica elettrica. I motivi principali sono la scarsa potenza elettrica disponibile (35,3%), mancanza di spazio, diffidenza verso i servizi condivisi (33,8%) e costi di installazione ritenuti proibitivi (29,4%). A ciò si aggiunge la preoccupazione per le normative antincendi espressa da oltre il 60% degli amministratori intervistati. In molti casi chi possiede un’auto elettrica e vive in condominio ha optato per una wallbox privata rinunciando a una soluzione condivisa.

L’alternativa cioè la ricarica presso colonnine pubbliche è ancora insufficiente. Nonostante l’espansione della rete nazionale i costi restano più elevati rispetto alla ricarica domestica e l’accesso non sempre risulta pratico, soprattutto per chi vive lontano da hub ben attrezzati. Un esempio virtuoso arriva da Aeroporti di Roma che ha recentemente inaugurato ADR e-move, il primo parcheggio multipiano italiano dedicato esclusivamente a veicoli elettrici e ibridi plug-in al Terminal B di Fiumicino. Con 74 stalli – destinati a raddoppiare entro il 2024 – e 37 colonnine da 22 kW, offre tempi di ricarica ottimizzati (4-5 ore per le elettriche, 2 ore per le ibride) in linea con le abitudini di sosta dei viaggiatori.

Al di là degli ostacoli, dotarsi di un’infrastruttura di ricarica condominiale rappresenta un investimento anche immobiliare. La presenza di impianti moderni per veicoli elettrici può infatti aumentare il valore di mercato degli immobili, oltre a renderli più attrattivi per un pubblico sempre più attento alla sostenibilità. L’Italia si trova davanti a una sfida strutturale. Se davvero si vuole favorire la diffusione dell’auto elettrica sarà necessario semplificare l’installazione di wallbox nei condomìni, educare alla cultura della condivisione, e promuovere incentivi concreti per i cittadini e per gli amministratori di condominio. Solo così la transizione energetica potrà trovare un’accoglienza capillare e trasformarsi da slogan istituzionale a realtà quotidiana.

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