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08 Maggio 2025 - 16:20
Gli Emirati Arabi Uniti sono pronti a riscrivere le regole — letteralmente — grazie all’intelligenza artificiale. In uno dei passi più audaci mai compiuti nel rapporto tra tecnologia e politica, il governo di Dubai ha annunciato l’introduzione dell’IA nella redazione e revisione delle leggi, con l’obiettivo di trasformare radicalmente l’intero processo normativo. A lanciare l’iniziativa è stato lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vicepresidente degli EAU e sovrano di Dubai, che ha parlato apertamente di “efficienza, chiarezza e accessibilità” come nuovi pilastri della macchina legislativa emiratina.
Il cuore pulsante di questa rivoluzione sarà il Regulatory Intelligence Office, un ente di recente istituzione incaricato di guidare la transizione verso un sistema legislativo più snello e trasparente. Grazie all’uso di algoritmi avanzati, l’obiettivo è ridurre i tempi e le lungaggini burocratiche che da sempre affliggono la produzione normativa, offrendo testi chiari, diretti e soprattutto comprensibili.
La macchina politica si trasforma così in un laboratorio di innovazione, dove l’IA viene chiamata non solo a generare bozze di legge, ma anche a migliorare l'accessibilità linguistica e concettuale per tutti i residenti, indipendentemente dalla provenienza.
Una delle sfide più ambiziose del progetto riguarda proprio l’inclusività. Solo il 10% della popolazione degli Emirati è costituito da cittadini arabi, mentre il restante 90% è composto da persone provenienti da oltre 200 nazionalità. In questo contesto, la barriera linguistica è un ostacolo concreto alla partecipazione civica.
Per affrontare il problema, l’intelligenza artificiale sarà impiegata anche nella traduzione automatica delle leggi in diverse lingue, rendendo i testi normativi comprensibili a tutti, senza la necessità di ricorrere a consulenze legali specialistiche. Un gesto che punta non solo alla semplificazione, ma anche all’empowerment di milioni di cittadini stranieri.
Il progetto emiratino si inserisce in una strategia ben più ampia: quella di rendere gli Emirati leader globali nel campo dell’IA, con un impatto diretto anche sul piano economico. Secondo le stime ufficiali, l’integrazione dell’IA nei settori pubblici potrebbe far crescere il PIL del 35% entro il 2030 e tagliare del 50% i costi operativi. Numeri che parlano di ambizione, ma che sollevano anche domande cruciali: cosa accade alla trasparenza democratica se le leggi vengono scritte da una macchina? Chi controlla l’intelligenza che controlla la legge?
Gli Emirati lanciano il guanto di sfida, aprendo un dibattito che travalica i confini del Golfo. La politica può davvero diventare algoritmica senza perdere la sua umanità? La risposta, forse, la scriverà proprio una legge — redatta da un'intelligenza artificiale.
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