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Sud Italia
27 Maggio 2025 - 17:40
Ancora una scossa. Domenica sera, alle 19.27, i sismografi dell’Ingv hanno registrato un nuovo terremoto di magnitudo 2.0 nella zona dei Campi Flegrei. Un evento lieve sulla scala, ma sufficiente a rinnovare la tensione tra gli abitanti di un’area dove la terra sembra non voler smettere di tremare. La preoccupazione cresce di giorno in giorno, alimentata da un senso costante di pericolo e da una storia geologica che non concede tregua.
In questo clima di angoscia, sui social è tornata a circolare una quartina di Nostradamus. Secondo alcuni, il celebre astrologo del XVI secolo avrebbe parlato proprio del supervulcano flegreo. In uno dei passi delle sue Prophéties, si fa riferimento a una “grande città nuova” colpita da un forte terremoto durante il passaggio del “sole venti del Toro”. L’immagine è quella di un sisma devastante, con l’oscuramento del cielo e il crollo di un “grande teatro pieno”.
Molti interpretano questi versi come una predizione di un disastro nella zona di Napoli – il cui nome, da “Neapolis”, significa proprio “città nuova” – città che sorge non lontano dall’area dei Campi Flegrei. E sebbene le profezie di Nostradamus siano da sempre oggetto di svariate interpretazioni, il contesto attuale ha dato nuova linfa a suggestioni millenarie.
La crescente preoccupazione per i terremoti in area flegrea si intreccia così a visioni apocalittiche e antiche profezie. Le parole del profeta, tuttavia, restano vaghe, soggette a continue riletture e proiezioni. Nessuna prova concreta può legarle agli eventi in corso. La scienza, al contrario, invita alla cautela e all’analisi razionale. L’attenzione resta alta, ma il rischio è quello di confondere la realtà con la leggenda. E in un momento così delicato, distinguere tra allarme e allarmismo è più che mai fondamentale.
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