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«Eli? Non torneremo insieme,
ma per Falco ci siamo sempre»

Briatore e Gregoraci: uniti per amore del figlio, ma non come coppia, tra rapporti passati e speranze future

«Eli? Non torneremo insieme, ma per Falco ci siamo sempre»

Elisabetta Gregoraci

Un rapporto bellissimo, forse anche migliore di quando erano sposati. Ma non tale da farli tornare insieme, nonostante più volte negli ultimi mesi i loro fan lo abbiano sognato o almeno sperato. Invece non sarà così per Flavio Briatore ed Elisabetta Gregoraci, come ha confermato lui stesso nella sua ultima intervista al “Corriere della Sera”.

«Lei è la madre di Falco, la cosa più importante che ho. Siamo stati bravi a mettere lui al primo posto, quando ci siamo lasciati: non saremo più una coppia, ma non smetteremo di essere i suoi genitori e di esserci l’uno per l’altra». Parole che confermano quanto aveva detto lei poco tempo fa sempre al “Corriere”: «Ci siamo impegnati e abbiamo trovato un equilibrio, mettendo al primo posto nostro figlio. Ci vogliamo molto bene. Quando è stato male e l’hanno operato ho passato dieci giorni accanto a lui in ospedale, senza mollarlo un attimo». Nella vita dell’imprenditore cuneese però ci sono state altre donne, sempre bellissime: «Ho avuto altre relazioni importanti. Una con Heidi Klum, dalla quale ho avuto una figlia, Leni, che vedo spesso: lei e Falco si vogliono bene. Naomi Campbell? Una relazione molto chiacchierata. Ci vogliamo bene e siamo sempre in contatto». Inoltre Briatore in passato è stato sposato anche con Nina Stevens (che poi ha impalmato Patrick Heiniger, amministratore delegato della Rolex) e la modella Marcy Schlobohm. Quanto alla prima ha spiegato che avrebbero dovuto comprendere subito come non avrebbe funzionato. «Con Mercy fu un gioco, non credo che quel matrimonio alle Isole Vergini sia mai stato registrato».

Oggi c’è Elisabetta, ma soprattutto suo figlio Nathan Falco al quale lo lega un affetto profondo: «Come imprenditore gli auguro di creare tanti posti di lavoro, perché il vero fallimento è dover licenziare. Ma se si rendesse conto di non volere troppa pressione addosso e di desiderare una vita normale, vorrei solo che trovasse il modo di essere felice. Non è obbligato a fare quello che faccio io. La sua paghetta? Mi sembra 500 euro al mese».

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