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Scienza
03 Giugno 2025 - 11:30
Siamo abituati a pensare ai profumi e alle lozioni come un modo per coccolarci, rilassarci, o semplicemente profumare meglio. Ma cosa succede davvero all'aria che ci circonda quando spalmiamo una crema o vaporizziamo qualche goccia del nostro eau de toilette preferito? La risposta potrebbe sorprenderti.
Un nuovo studio guidato da Nora Zannoni, oggi ricercatrice all'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del CNR a Bologna, suggerisce che l'uso quotidiano di prodotti per la cura personale può alterare in modo significativo la chimica dell'aria negli ambienti chiusi — come case, uffici e persino palestre.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Advances, si basa su un'osservazione sorprendente emersa già nel 2022: il semplice contatto tra la pelle e l'ozono presente nell'aria produce molecole altamente reattive, chiamate radicali ossidrilici, che danno origine a un vero e proprio "campo di ossidazione umano". In altre parole, ognuno di noi modifica costantemente l'ambiente chimico attorno a sé.
Cosa succede quando entra in gioco un prodotto cosmetico?
Per scoprirlo, i ricercatori hanno condotto due esperimenti. In uno, alcuni volontari si sono spruzzati un profumo sulle mani; nell'altro, hanno applicato una lozione neutra sulla pelle. In entrambi i casi, i partecipanti sono rimasti per alcune ore in una stanza con concentrazioni di ozono controllate — inferiori agli standard di inquinamento negli Stati Uniti.
I risultati? Sorprendenti: l'uso del profumo ha ridotto fino all'86% la formazione di radicali nell'aria, interferendo con quel delicato equilibrio che contribuisce alla purificazione dell'ambiente. Il principale "colpevole" sarebbe l’etanolo, componente comune dei profumi, che reagisce prontamente con i radicali.
Zannoni spiega che al momento non si può dire se queste reazioni abbiano un effetto benefico o dannoso per la salute. Il campo di ossidazione potrebbe infatti contribuire a neutralizzare inquinanti dannosi, ma potrebbe anche generare nuove sostanze potenzialmente tossiche.
La qualità dell'aria indoor è una questione sempre più urgente: trascorriamo fino al 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, spesso sottovalutandone la complessità chimica. La ricercatrice ha sottolineato come ogni stanza è un piccolo ecosistema che viene costantemente influenzato da ciò che facciamo, dai materiali presenti e dai prodotti che utilizziamo.
Il prossimo passo della ricerca sarà quindi capire quali molecole vengono effettivamente prodotte da queste reazioni e in che modo possano influenzare la nostra salute.
Nel frattempo, la domanda resta aperta: i nostri gesti quotidiani di bellezza stanno davvero migliorando solo noi, o stanno modificando — nel bene e nel male — anche l'ambiente in cui viviamo?
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