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Lively vs Baldoni

Caso Lively-Baldoni: l'attrice ritira parte delle accuse contro l'ex collega

Al centro lo scontro legale sulle cartelle cliniche

Caso Lively-Baldoni: l'attrice ritira parte delle accuse contro l'ex collega

Nuovo sviluppo nel complesso contenzioso legale tra l’attrice Blake Lively e il regista e attore Justin Baldoni, in seguito agli eventi che circondano la produzione del film di successo It Ends With Us. Secondo documenti depositati lunedì 2 giugno presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Sud di New York, Lively ha manifestato l’intenzione di ritirare due delle sue accuse più delicate: quella di danno emotivo intenzionale e quella di danno emotivo per negligenza.

La richiesta arriva dopo che il team legale di Baldoni ha chiesto formalmente l’accesso ai dati medici e psicologici dell’attrice, tra cui le note di terapia e altri documenti clinici, ritenuti necessari per contrastare le accuse di "grave sofferenza emotiva, umiliazione, frustrazione e angoscia mentale" che Lively sostiene di aver subito.

Ritirare sì, ma non “per sempre”

Secondo la controparte, tuttavia, Lively non intende rinunciare in via definitiva a quelle accuse: ha proposto il ritiro senza pregiudizio, una formula che le consentirebbe di ripresentare le stesse contestazioni in un secondo momento. Gli avvocati di Baldoni, nella richiesta al giudice Liman, hanno definito questa mossa “contraddittoria”: “Ms. Lively non può avere entrambe le cose: o ritira le accuse in modo definitivo, o deve consegnare la documentazione medica come previsto dalla legge”.

Il giudice dovrà ora decidere se obbligare Lively a fornire le informazioni sanitarie richieste oppure accettare il ritiro delle accuse, stabilendo se questo possa avvenire con o senza pregiudizio. Nelle cause che coinvolgono danni emotivi o fisici, è prassi consolidata che la parte lesa debba rendere disponibili le proprie cartelle cliniche.

La risposta di Lively: “Una manovra mediatica”

I legali dell’attrice, Esra Hudson e Mike Gottlieb, hanno bollato l’iniziativa di Baldoni come “una trovata pubblicitaria”, spiegando che il ritiro delle due accuse fa parte di una strategia per “snellire e focalizzare” meglio la causa principale. “Le contromosse legali di Baldoni e della società Wayfarer – dichiarano – hanno aperto la strada a nuove e più ampie richieste di risarcimento ai sensi della legge californiana, rendendo alcune delle accuse iniziali ormai superflue”.

Secondo il team di Lively, la denuncia originaria resta sostanziosa e comprende ancora gravi accuse di molestie sessuali, ritorsioni e richieste di risarcimenti milionari.

Una battaglia legale dai toni sempre più duri

La querelle giudiziaria ha origine da una precedente causa intentata da Baldoni contro il New York Times, in relazione a un’inchiesta che ricostruiva il clima teso e le presunte condotte abusive sul set del film It Ends With Us, diventato un successo mondiale con oltre 351 milioni di dollari incassati su un budget di 25 milioni.

In risposta, Lively ha denunciato Baldoni e il produttore Jamey Heath per molestie e per aver orchestrato, tramite terzi, una campagna diffamatoria ai suoi danni dopo le denunce interne. Baldoni ha controquerelato Lively e il marito, Ryan Reynolds, chiedendo 400 milioni di dollari per diffamazione ed estorsione.

A rendere ancora più intricata la vicenda, ci sono almeno sei procedimenti legali connessi, tra cui una causa separata tra Baldoni e la sua ex pubblicista Stephanie Jones, accusata di aver diffuso messaggi privati che avrebbero innescato l'intera vicenda.

Il nodo centrale: privacy vs diritto alla difesa

Il cuore della disputa odierna resta uno dei punti più delicati in materia di giustizia civile: fino a che punto una persona può tutelare la propria privacy medica quando solleva accuse legate al proprio stato emotivo? Secondo il documento presentato da Baldoni, “Ms. Lively ha messo la sua salute mentale al centro del caso. Ha quindi rinunciato al diritto al segreto medico”.

Il tribunale dovrà ora stabilire se le accuse possano essere abbandonate senza conseguenze, o se – come sostiene BaldoniLively debba affrontare le implicazioni legali della sua denuncia, inclusa la condivisione della propria documentazione clinica.

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