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UE & ACCORDI

L’UE stringe l’accordo contro la pesca insostenibile di paesi terzi: nuove regole per tutelare gli stock ittici

Norme più rigide per fermare pratiche di pesca dannose e garantire una concorrenza leale ai pescatori europei

L’UE stringe l’accordo contro la pesca insostenibile di paesi terzi: nuove regole per tutelare gli stock ittici

Il Consiglio europeo ha raggiunto un’intesa di massima con il Parlamento europeo per rafforzare le regole contro le pratiche di pesca non sostenibile adottate da paesi terzi su stock ittici condivisi con l’Unione. L’obiettivo è proteggere nel lungo periodo queste risorse comuni, assicurando al tempo stesso una competizione equa per i pescatori europei e difendendo gli interessi dell’UE nel settore.

L’accordo, che ora dovrà essere formalmente approvato da entrambe le istituzioni, introduce strumenti più efficaci per combattere le attività di pesca dannose e promuovere una gestione responsabile delle risorse marine. “Siamo decisi a garantire la sostenibilità degli stock ittici condivisi e a tutelare i pescatori europei dalla concorrenza sleale”, ha dichiarato Jacek Czerniak, segretario di Stato polacco per l’Agricoltura all'Adnkronos. Le nuove norme rendono più trasparente il processo di identificazione dei paesi che autorizzano pratiche di pesca non sostenibili. Attualmente, se un paese viene segnalato per questi comportamenti, l’UE può adottare misure restrittive, come il divieto di importazione. La revisione del regolamento chiarisce in modo più preciso quando e come l’UE può intervenire, definendo cosa si intende per “mancata cooperazione”. Tra le azioni non collaborative rientrano, per esempio, il mancato coinvolgimento o consultazione di tutti i paesi interessati.

Inoltre, un paese può essere considerato responsabile di pesca non sostenibile anche se non applica le misure di controllo necessarie, pur non collaborando apertamente. Le nuove regole si applicano anche ai paesi terzi che adottano quote o restrizioni discriminatorie, ignorando diritti e doveri reciproci, e che portano alla progressiva diminuzione degli stock ittici. Infine, il regolamento stabilisce che queste misure possono essere messe in pratica ogni volta che è richiesta una cooperazione internazionale, anche attraverso organismi regionali di gestione della pesca.

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