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Film
11 Giugno 2025 - 10:50
Negli Stati Uniti, il nome di Carlo Acutis, adolescente milanese morto a soli 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante, sta diventando familiare anche a chi non frequenta le chiese. Il merito è di Roadmap to Reality, film diretto da Tim Moriarty e ora disponibile sulla nuova piattaforma di streaming cattolica Credo.
La pellicola, che ha raccolto decine di migliaia di spettatori in oltre mille proiezioni in tutto il Paese, racconta la storia del “santo del web” attraverso una doppia narrazione: da una parte le testimonianze di chi l’ha conosciuto, dall’altra il viaggio di un gruppo di studenti americani ad Assisi, dove oggi riposano le sue spoglie. Un film che è diventato una sorta di guida spirituale per tanti giovani, immersi in un’epoca dominata dalla tecnologia.
“I ragazzi oggi sono sempre più isolati, schiacciati dalla pressione dei social e da uno schermo che sembra non spegnersi mai”, spiega Moriarty. “Ma Carlo dimostra che si può usare internet senza esserne schiavi. È un esempio di come rimanere connessi alla realtà, anche nel digitale”.
Tutto è iniziato quasi per caso, quando Moriarty ha incontrato la madre di Carlo, Antonia Salzano, durante un evento in Texas nel 2023. La sua testimonianza, insieme all’entusiasmo dei ragazzi presenti – molti dei quali consideravano Carlo il proprio santo preferito – ha acceso qualcosa nel regista.
Il progetto ha poi preso forma grazie a un benefattore, lo stesso che aveva costruito il campo estivo dove si trova una cappella dedicata ad Acutis. Fu lui a chiedere esplicitamente un film che parlasse ai giovani. “Non volevamo una semplice biografia”, dice Moriarty, “ma un racconto che rispondesse alle domande profonde che i ragazzi si pongono oggi”.
I dati parlano chiaro: negli USA quasi la metà degli under 18 soffre di sintomi depressivi o stati di disagio profondo. Roadmap to Reality cerca di offrire uno spiraglio di speranza. Anche chi non crede trova nella vita di Carlo un messaggio forte: si può essere giovani, tecnologici e spiritualmente autentici.
“C’è una ferita collettiva tra gli adolescenti, un vuoto che la tecnologia spesso peggiora”, riflette Moriarty. “Carlo ci mostra un altro modo di vivere. Non nega il digitale, ma lo trasforma”.
Il successo del film arriva in un momento in cui anche il nuovo Papa – Leone XIV, il primo pontefice americano – ha espresso grande attenzione verso i temi dell’intelligenza artificiale e del rapporto tra tecnologia e dignità umana.
“Carlo non ha vissuto l’epoca dell’IA, ma l’aveva intuita”, conclude Moriarty. “Sapeva che il digitale può diventare una trappola, ma anche uno strumento di bene. Ed è questo il cuore del film: un invito a vivere pienamente, senza perdersi dietro uno schermo”.
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