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Lo studio
07 Luglio 2025 - 13:00
La cultura americana ha da sempre una forza magnetica quando si tratta di definire cosa è "figo". Dal cinema alla musica, dalle serie TV ai social, l’idea di coolness – sì, quella cosa che in italiano traduciamo a fatica – si è diffusa ovunque. Talmente tanto che anche la parola “cool”, con il suo carico di stile e carisma, è ormai familiare anche a chi l’inglese non lo parla fluentemente.
Ma cosa significa davvero essere cool? E soprattutto: questa idea vale allo stesso modo in tutto il mondo?
Un gruppo di ricercatori internazionali ha cercato di rispondere a queste domande in modo scientifico. Hanno intervistato quasi 6.000 persone, in 13 paesi diversi – dall’Australia alla Turchia, dalla Cina al Messico – per capire se esiste un’idea condivisa di coolness. Spoiler: sì, esiste. Ed è più universale di quanto si pensi.
Gli studiosi hanno chiesto ai partecipanti di pensare a persone reali della propria vita che ritenevano “cool”, “non cool”, “buone” o “non buone”. Poi hanno fatto compilare loro un questionario con 15 tratti della personalità, per capire quali caratteristiche distinguessero davvero i “fighi” dagli altri.
Risultato? Incredibilmente, quasi ovunque le persone considerate cool condividevano sei tratti chiave: erano percepite come estroverse, temerarie, aperte mentalmente, edoniste, potenti (nel senso di influenti o carismatiche) e indipendenti. Insomma: il tipo di persona che non ha paura di farsi notare, che vive secondo le proprie regole, che trascina e affascina.
La ricerca ha anche evidenziato che le persone cool spesso condividono alcuni tratti con quelle considerate “buone”: per esempio, la simpatia o la competenza. Ma ci sono differenze fondamentali. I “buoni”, secondo i risultati, erano soprattutto coscienziosi, cordiali, tranquilli, tradizionalisti e attenti alla giustizia universale.
Insomma, essere “cool” non significa per forza essere “virtuosi”. Anzi, spesso il contrario: la coolness sembra legata più a un atteggiamento anticonformista che a un comportamento moralmente ineccepibile. Come ha detto uno degli autori della ricerca, Caleb Warren: «Di solito, per essere considerata figa, una persona deve essere simpatica o ammirevole, il che la rende simile alle brave persone. Ma la vera coolness si distingue per tratti più audaci, più ribelli».
Secondo Todd Pezzuti, altro autore dello studio, la coolness ha anche un ruolo sociale importante. «Tutti vogliono essere fighi, o almeno evitare di sembrare noiosi. E la società ha bisogno di persone cool, perché sono quelle che sfidano le norme, ispirano il cambiamento e fanno avanzare la cultura». In pratica, i “fighi” non si limitano a fare bella figura: spesso sono agenti di cambiamento.
Certo, la scienza ha comunque ha comunque i suoi limiti. Per esempio, ha coinvolto solo persone che già conoscevano il termine “cool” senza bisogno di traduzione – il che implica una certa esposizione alla cultura anglosassone. Inoltre, quasi tutte le interviste sono state fatte online e hanno coinvolto una fascia giovane (l’età media era attorno ai 30 anni). Quindi aree rurali, persone anziane o meno connesse potrebbero avere visioni diverse.
E infatti, come ricordano altri psicologi, ciò che viene apprezzato può cambiare in base alla cultura. In certi contesti l’aggressività può aumentare lo status, in altri ridurlo. La coolness, insomma, è influenzata anche dai codici sociali locali.
Ma nonostante questi limiti, uno degli aspetti più interessanti è che l’idea di essere “cool” non sembra dipendere da reddito o istruzione. A prescindere da quanto sei ricco, colto o dove vivi, tendi a riconoscere come “cool” le stesse qualità. Ed è un segnale potente, che racconta qualcosa di profondo su come funzionano attrazione, carisma e ammirazione nel nostro cervello.
Alla fine, essere cool non è (solo) questione di look, di frasi fatte o di follower. È un mix di indipendenza, audacia e un tocco di magnetismo personale. Una forma di autenticità che sa andare controcorrente, senza prendersi troppo sul serio. E a ben pensarci, forse è per questo che, in fondo, la coolness ci affascina tanto: perché parla del coraggio di essere sé stessi, in un mondo che cerca sempre di omologarti.
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