l'editoriale
Cerca
paleontologia
10 Luglio 2025 - 21:50
Ma quanto c’è di vero nella scena iconica in cui l’enorme predatore nuota dietro i protagonisti di Jurassic Park, come un coccodrillo preistorico? Fino ad oggi, la scienza ha spesso liquidato l’idea come finzione spettacolare, ma un nuovo filone di studi mette in dubbio questa certezza. Secondo recenti scoperte paleontologiche, alcuni dinosauri carnivori, più precesamente i teropodi, erano più agili in acqua di quanto si pensasse. E sebbene non esistano prove dirette che il Tyrannosaurus rex fosse un nuotatore provetto, il quadro che emerge è molto più interessante (e realistico) di quanto suggeriscano film e libri.
Dagli Stati Uniti alla Spagna, i paleontologi hanno trovato tracce fossili risalenti a oltre 100 milioni di anni fa che mostrano impronte di dinosauri carnivori in fase di nuoto. Alcuni piccoli teropodi hanno lasciato segni di zampe che scalciavano in acqua nei laghi del Giurassico, mentre in Spagna è stato documentato il passaggio in acque basse di dinosauri più grandi, probabilmente intenti a guadare o galleggiare. Finora nessuna di queste tracce è stata attribuita con certezza al T. rex, vissuto molto più tardi. Ma la somiglianza anatomica con altri teropodi nuotatori fa ipotizzare che anche il grande predatore del Cretaceo potesse entrare in acqua e muoversi con una certa efficacia.
Nonostante la sua massa imponente (9 tonnellate di peso) il T. rex possedeva un sistema di sacche d’aria nel corpo e nelle ossa, un tratto condiviso con gli uccelli moderni. Questo lo rendeva sorprendentemente leggero rispetto alla sua taglia, e lo avrebbe aiutato a galleggiare in acqua con relativa facilità.
A differenza dello Spinosauro, dotato di ossa più dense per restare sommerso, il T. rex probabilmente galleggiava alto sull’acqua, spostandosi con le sue zampe possenti in uno stile di nuoto rudimentale, simile al “cagnolino”. Le braccia minuscole erano inutili nel nuoto, ma lo stesso vale per altri teropodi di cui esistono tracce di attività acquatica.
Uno degli aspetti più affascinanti dello studio riguarda l’impatto delle capacità natatorie sulla strategia di caccia del T. rex. Secondo Ernesto Blanco, paleontologo dell’Università della Repubblica dell’Uruguay, il re dei dinosauri non sarebbe stato abbastanza veloce in acqua per cacciare prede agili come lo Struthiomimus, ma potrebbe comunque aver usato l’acqua come ambiente tattico, per spaventare o spingere le prede verso posizioni più vulnerabili lungo le coste o nei guadi.
In attesa di trovare impronte o coproliti (fossili fecali) che confermino definitivamente il passaggio del T. rex in ambienti acquatici, la scienza è più aperta che mai all’idea di un predatore versatile.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..