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13 Luglio 2025 - 12:40
Sei mesi fa, all'inizio dell'anno, una terribile tragedia aveva colpito la West Coast americana: gli incendi che hanno devastato interi quartieri della Pacific Palisades aveva visto numerose famiglie sfollate, con case ridotte in cenere e propositi dell'anno nuovo svaniti nel fumo. Oggi, a sei mesi da quel periodo tanto sofferto, la California si sta rimettendo in piedi e si rimbocca mano a mano le maniche.
Il ritorno alla normalità è lento, ma visibile. I sobborghi colpiti più duramente – da Pacific Palisades fino a Calabasas e Topanga – hanno cominciato a ricostruire, tra cantieri aperti, nuovi tetti e la volontà collettiva di ricominciare. Le famiglie sfollate, molte delle quali ospitate temporaneamente da parenti, centri di emergenza o hotel convenzionati, stanno gradualmente tornando nelle proprie comunità.
Il governatore della California, Gavin Newsom, ha parlato di una “ripartenza che non può essere solo edilizia, ma anche psicologica”. Fondi federali e statali sono stati stanziati per accelerare la ricostruzione, ma è soprattutto grazie alle reti di solidarietà locali che molti stanno ritrovando un senso di stabilità. Organizzazioni come Rebuild California, insieme a volontari da tutto il paese, stanno offrendo assistenza legale gratuita, supporto psicologico e manodopera per aiutare i più vulnerabili.
Le scuole, molte delle quali usate come rifugi di emergenza nei mesi invernali, hanno riaperto a marzo, seppur con spazi ancora in fase di ripristino. I bambini tornano a giocare nei cortili, anche se l’odore di fumo sui muri ricorda quanto sia stato duro l’inizio dell’anno. Alcuni insegnanti hanno integrato nei programmi scolastici momenti di educazione ambientale, trasformando il trauma in occasione di apprendimento.
Dal punto di vista ambientale, il lavoro è ancora lungo. La zona collinare sopra Santa Monica mostra ampie ferite: alberi carbonizzati, fauna ridotta, terreni a rischio frana. Tuttavia, esperti del settore parlano già di una lenta rinascita del territorio. Alcune specie vegetali tipiche della macchia californiana – come il chaparral – stanno già germogliando, segno che la natura, seppur ferita, non si arrende.
Non mancano però le polemiche: molti cittadini denunciano ritardi nei rimborsi assicurativi e una mancanza di comunicazione nei momenti più critici dell’emergenza. Le autorità locali promettono una revisione dei protocolli anti-incendio, anche alla luce del cambiamento climatico che rende gli eventi estremi sempre più frequenti.
Sei mesi dopo, la West Coast non ha dimenticato – e forse non dimenticherà mai – quei giorni di fuoco. Ma ha iniziato a fare ciò che fa meglio: resistere, ricostruire, rinascere.
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