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Il pomodoro: da frutto sospetto a re della cucina

Un tempo ritenuto velenoso, oggi è l’ingrediente simbolo della dieta mediterranea. Ecco come il pomodoro ha conquistato il mondo.

Il pomodoro: da frutto sospetto a re della cucina

Pomodori

Il pomodoro è oggi tra gli alimenti vegetali più usati al mondo. Ma la sua diffusione in Europa non fu semplice.

Originario del Sudamerica, tra Perù ed Ecuador, veniva coltivato dalle civiltà precolombiane, che selezionavano i frutti più grandi e saporiti. Fu portato in Europa dai conquistatori spagnoli tra XV e XVI secolo. Una delle prime varietà aveva frutti gialli: da qui il nome "pomo d’oro", citato dal botanico Pietro Andrea Mattioli nel 1544.

Ma il pomodoro non assomigliava a nessun altro cibo conosciuto: troppo acido da acerbo, molliccio da maturo. Era simile a piante velenose della stessa famiglia – come belladonna e mandragola – e quindi considerato pericoloso. Mattioli stesso lo paragonò alla mandragola, alimentando diffidenze.

In Inghilterra, dove venne coltivato come pianta ornamentale, fu soprannominato poison apple – “mela velenosa”. Una leggenda racconta che alcuni aristocratici morirono dopo averlo mangiato. Secondo una teoria, il colpevole sarebbe stato il piombo contenuto nelle stoviglie in peltro, che reagiva con l’acidità del frutto, rilasciando sostanze tossiche nel cibo.

Anche John Gerard, chirurgo inglese e appassionato giardiniere, nel 1597 descrisse il pomodoro come velenoso, influenzando a lungo l’opinione pubblica inglese e americana.

Solo con il tempo e la diffusione di ricette come pizza e gazpacho, il pomodoro è stato pienamente rivalutato, fino a diventare uno degli ingredienti più amati e versatili del mondo.

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