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curiosità
19 Luglio 2025 - 11:40
Cosa c’è di più iconico, alla fine di un matrimonio, dei novelli sposi investiti da una pioggia di riso? Un gesto allegro, quasi infantile, che in realtà affonda le radici in un’antichissima simbologia di buon augurio, abbondanza e fertilità. Ma perché proprio il riso? La risposta è un viaggio attraverso culture e leggende millenarie.
Già nell’antica Roma il riso era sinonimo di prosperità. Gli sposi venivano accolti da piogge di chicchi (ma anche grano o avena) in onore della dea Cerere, protettrice della fertilità e dell’agricoltura. Una leggenda narra che la divinità, incontrando una giovane coppia, regalò loro del riso come simbolo di una vita colma di benessere e fortuna. In un'epoca in cui il riso era meno pregiato del grano ma abbondante, il gesto aveva anche un valore pratico: offrire un bene accessibile e “protettivo” anche contro gli spiriti maligni.
Nell’India induista, invece, si racconta che il dio Shiva creò il riso per conquistare l’amore di una fanciulla, Retna Dumilla, che desiderava un alimento eterno, mai ripetitivo. Quando lei morì di dolore, sulla sua tomba germogliò il riso: un dono eterno per tutti gli uomini. Da qui, l’associazione del riso con la vita coniugale duratura e fertile.
In Cina, dove il riso è alimento base, si narra che un genio buono lo fece nascere da un gesto estremo di altruismo: si strappò i denti e li lanciò in una palude per nutrire i contadini affamati. I chicchi nacquero così, simili a piccoli denti, pronti a sfamare un intero popolo. Da questa leggenda nasce il proverbio “uno lavora, nove mangiano riso”.
Oggi, pur tra riso biodegradabile e alternative moderne (come petali o coriandoli ecologici), la tradizione resiste: lanciare il riso agli sposi significa augurare loro tutto ciò che conta in una vita insieme:fortuna, cibo sulla tavola, discendenza e felicità.
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