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Scienza
20 Agosto 2025 - 13:10
Sono gli insetti più odiati del pianeta: pungono, ronzano nelle orecchie nelle notti d'estate e trasmettono malattie mortali. Eppure le zanzare, responsabili di oltre un milione di decessi annuali, potrebbero rappresentare un'eccezione unica nel regno animale. Secondo diversi esperti, la loro scomparsa non causerebbe il collasso ecologico che ci aspetteremmo dalla sparizione di migliaia di specie.
IL PARADOSSO DELLE ZANZARE NELL'ECOSISTEMA
Esistono oltre 3.500 specie di zanzare al mondo, ma solo 200 di queste pungono l'essere umano. In teoria, l'eliminazione improvvisa di così tante specie dovrebbe scatenare un effetto domino catastrofico negli ecosistemi globali. Tuttavia, un'indagine condotta dalla prestigiosa rivista Nature nel 2010 ha rivelato conclusioni sorprendenti: le zanzare potrebbero essere l'unica eccezione alla regola dell'equilibrio ecologico.
La ragione sta nel loro ruolo relativamente marginale all'interno delle catene alimentari. A differenza di api, farfalle o altri impollinatori cruciali, le zanzare non rappresentano un anello insostituibile per la sopravvivenza di ecosistemi specifici. Infatti, solo i maschi delle zanzare contribuiscono all'impollinazione, nutrendosi di nettare e linfa vegetale invece che di sangue. Tuttavia, il loro apporto all'ecosistema è minimo: pochissime piante dipendono dall'impollinazione delle zanzare e nessuna in maniera esclusiva. Al contrario, se sparissero le api, assisteremmo al collasso della riproduzione di migliaia di specie vegetali. Nel caso delle zanzare, altri insetti potrebbero facilmente occupare la loro nicchia ecologica, garantendo l'impollinazione delle poche piante che attualmente beneficiano del loro servizio.
L'impatto maggiore si registrerebbe probabilmente nella tundra artica, dove specie come Aedes impiger e Aedes nigripes formano sciami imponenti dopo lo scioglimento della neve. Questi diventano una fonte alimentare importante per gli uccelli migratori in un ambiente povero di risorse. Tuttavia, anche in questo caso gli ecologi ritengono che altri insetti artici potrebbero compensare la perdita.
Nel resto del mondo, le zanzare rappresentano una componente alimentare secondaria:
LA GUERRA TECNOLOGICA ALLE ZANZARE
Mentre la completa eradicazione resta un esperimento mentale, progetti concreti stanno già ottenendo risultati significativi nella lotta alle malattie trasmesse da questi insetti.
In Italia, il progetto STOPTIGRE attivo dal 2015 ha conseguito una riduzione del 50% della popolazione di zanzara tigre, ottenendo recentemente anche il patrocinio UNESCO. La strategia prevede l'introduzione di maschi sterili che si accoppiano con le femmine selvatiche producendo uova non vitali.
A livello internazionale, il World Mosquito Program diretto dal dottor Scott O'Neill sta sperimentando un approccio apparentemente controintuitivo: produrre più zanzare per sconfiggere le malattie che trasmettono. Il programma, infatti, alleva in laboratorio zanzare geneticamente modificate portatrici di Wolbachia, un batterio innocuo per l'uomo ma letale per virus come quello della dengue. Una volta rilasciate nell'ambiente, queste zanzare "vaccinate" si riproducono trasmettendo il batterio protettivo alla progenie.
Sebbene la comunità scientifica non sia unanime sulle conseguenze di una scomparsa totale delle zanzare, il consenso generale suggerisce che gli ecosistemi potrebbero adattarsi meglio di quanto si pensi. Dopo un periodo di assestamento iniziale, altre specie occuperebbero le nicchie ecologiche lasciate libere.
La vera domanda non è se potremmo sopravvivere senza zanzare, ma se riusciremo mai a liberarcene completamente. Nel frattempo, i progetti di controllo biologico offrono una speranza concreta per ridurre drasticamente le malattie che questi piccoli vampiri continuano a diffondere in tutto il mondo.
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