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Il 2024 è stato l'anno più caldo di sempre: dal record delle temperature oceaniche agli incendi record in Europa

Il sesto rapporto sullo Stato del Clima lancia l’allarme su 22 indicatori vitali e avverte: senza azioni urgenti i rischi per ecosistemi e società crescono rapidamente

Il 2024 è stato l'anno più caldo di sempre: dal record delle temperature oceaniche agli incendi record in Europa

Il 2024 entra nella storia come l’anno più caldo mai registrato, probabilmente il più torrido degli ultimi 125.000 anni. A delineare questo scenario è il sesto rapporto annuale sullo Stato del Clima, pubblicato su BioScience, frutto di una collaborazione internazionale coordinata dall’Università Statale dell’Oregon.

Secondo lo studio, 22 dei 34 indicatori fondamentali per la salute del pianeta mostrano segnali critici. Dall’aumento della temperatura degli oceani alla devastazione delle foreste a causa degli incendi, il quadro climatico appare in rapido peggioramento, con tendenze record che confermano l’accelerazione della crisi ambientale.

Allarme dai parametri vitali del pianeta

“Negli ultimi anni abbiamo osservato valori estremi per molti indicatori essenziali”, spiega Johan Rockström, direttore dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico e co-autore del rapporto. “Questo comporta rischi complessi e interconnessi, dalla possibile destabilizzazione della corrente oceanica Atlantica Amoc, alla compromissione della biosfera e delle risorse idriche globali”.

Il rapporto evidenzia inoltre come il consumo di energia da fonti fossili abbia raggiunto livelli senza precedenti nel 2024. Sebbene anche le fonti rinnovabili, come eolico e solare, abbiano registrato un incremento, la loro produzione resta 31 volte inferiore a quella derivante dai combustibili fossili. Parallelamente, la perdita di foreste a causa degli incendi ha raggiunto massimi storici: solo in Europa, la stagione estiva del 2025 ha visto oltre un milione di ettari bruciati.

Possibilità di intervento ancora aperte

Nonostante il quadro critico, gli esperti sottolineano che non è troppo tardi per invertire la rotta. “Le strategie di mitigazione esistono e devono essere applicate con urgenza”, afferma William Ripple, coordinatore del rapporto. “Se agiamo rapidamente e con decisione, possiamo ancora limitare il riscaldamento globale. Ma la finestra di opportunità si sta chiudendo. Senza interventi efficaci, i rischi aumenteranno rapidamente, minacciando pace, salute pubblica, ecosistemi e sistemi di governance”.

Tra le soluzioni proposte, il rapporto indica la graduale eliminazione dei combustibili fossili, puntando a ottenere il 70% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2050, la riduzione degli sprechi alimentari (attualmente responsabili dell’8-10% delle emissioni globali di gas serra), il passaggio a diete più vegetali e il ripristino di ecosistemi chiave come foreste, zone umide, mangrovie e torbiere, in grado di sequestrare fino a 10 miliardi di tonnellate di CO₂ all’anno, circa un quarto delle emissioni attuali.

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