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Arte

Villanova d’Asti, scrigno del Moncalvo: sette tele nella chiesa di San Martino

San Martino custodisce opere del Moncalvo e della sua cerchia di allievi

A sinistra l'Immacolata Concezione; a destra la Natività

Tra il torinese e l’astigiano, Moncalieri, Riva presso Chieri e Poirino vantano ciascuna un dipinto di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo. Villanova d’Asti fa eccezione e alza l’asticella: nelle sue chiese, e soprattutto in quella di San Martino, il lascito del grande pittore e della sua scuola è diffuso e sorprendentemente ricco.

La chiesa di San Martino, oggi appartenente alla parrocchia di San Pietro, conserva l’impronta rinascimentale assunta nel cinquecento. Tra quadri e affreschi di epoche diverse spiccano un maestoso altare ligneo seicentesco dell’intagliatore fiammingo Michele Enaten e una statua lignea barocca dell’Immacolata. In questo contesto, sono sette i dipinti riconducibili alla cerchia del Moncalvo.

Due opere sono probabilmente di mano di Guglielmo Caccia: nella navata sinistra una Immacolata Concezione, incorniciata da angioletti e sovrastata da Dio Padre; nell’ultima cappella della navata destra una intensa Natività.

Altre tele richiamano con nettezza la sua arte e sono, dunque, riferibili ad allievi e collaboratori: una Madonna del Rosario; un quadro con le Anime del Purgatorio e San Carlo Borromeo; una tela con Dio Padre e i santi Rocco e Sebastiano; una Madonna col Bambino con le sante Caterina d’Alessandria e Lucia.

San Martino diventa, così, tappa centrale di un itinerario d’arte sacra piemontese.

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