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Noia, precarietà e prospettive azzerate: il lockdown “svuota” il 33% delle culle

nascite

Ansia, noia, frustrazione ma anche povertà, precarietà lavorativa ed economica. E persino il disagio mentale. Sono questi, «pur da prendere con cautela», i principali fattori che starebbero alla base del crollo della natalità durante i lockdown per Covid. In particolare a Torino, dove la riduzione è stata calcolata attorno al 33% dai ricercatori del dipartimento di Urologia del Policlinico San Martino di Genova, che hanno studiato il “triangolo industriale” tra Milano, il capoluogo ligure e la città della Mole Antonelliana, concentrandosi sull’andamento degli indici demografici tra novembre 2019 e gennaio 2020, per poi compararli con quelli dello stesso periodo a cavallo con il 2021. Il “picco” con -55% si registra sotto la Madonnina ma anche all’ombra del Faro si arriva a -12%. A Torino si è scesi da 1.579 a 1.043 nascite nell’arco di un dodici mesi, mentre a Milano da 4.187 a 2.325.

I risultati “shock”

Sebbene la gran parte di noi avrebbe scommesso sul contrario, confidando nella reclusione domestica, i ricercatori del San Martino sono partiti da un altro spunto ben preciso, constatando l’impatto che la pandemia ha avuto sulle nostre abitudini più elementari e hanno confrontato l’evento sanitario del 2020 con le epidemie dei secoli scorsi scoprendo che, per esempio, lo stesso non era avvenuto neppure nel periodo dell’influenza “spagnola”, con 50 milioni di vittime in tutto il mondo: le nascite, infatti, non subirono evidenti contrazioni in quel periodo, anzi, rimasero pressoché costanti. È con l’avvicinarsi al nuovo millennio, però, che le cose cambiano o, almeno, mostrano qualche differenza sostanziale con il passato proprio sotto il profilo delle nascite. I primi segnali negativi dal punto di vista demografico, infatti, si sono cominciati ad osservare con le emergenze sanitarie più recenti e prima ancora del Coronavirus, non ultima l’eplosione del virus Zika tra il 2015 e il 2016.

Le conclusioni

«Questi dati devono essere interpretati con cautela - precisano i ricercatori che hanno pubblicato il proprio lavoro su ScienceDirect -. È interessante notare che i risultati del presente studio sono coerenti con l’andamento decrescente dei tassi di natalità precedentemente segnalato per la città di Genova e anche con evidenze demografiche di precedenti epidemie. Tuttavia, l’impatto della pandemia di Covid 19 sul “triangolo industriale” italiano potrebbe non essere rappresentativo di altre città o della situazione in altri Paesi».

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