Cerca

«Concorsi truccati nelle Università». Indagati in 33: anche Galli e Di Perri

GiovanniDiPerri giornale ok

Concorsi truccati, organizzati nel cuore della pandemia per fare vincere medici raccomandati da amici o parenti e “prescelti” a cui assegnare cattedre. Parte dalla procura di Milano, e investe anche tre professionisti di Torino, tra cui il noto infettivologo Giovanni Di Perri, la bufera giudiziaria che ieri ha fatto scattare perquisizioni e sequestri a carico di 33 professionisti in Italia, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta e falso in atto pubblico. La maxi indagine dei Nas di Milano, coordinati dai pm Carlo Scalas e Luigi Furno, coinvolge docenti universitari, dirigenti e ricercatori delle università Cattolica, Torvergata, Sapienza di Roma e di Torino.

Tra gli indagati c’è il virologo milanese Massimo Galli, già primario di malattie infettive all’ospedale Sacco. A Galli i magistrati contestano un fatto che vede coinvolto anche Di Perri. Il primario dell’ospedale Amedeo Di Savoia, con Galli e i professori Massimo Andreoni (Università di Tor vergata di Roma) e Claudio Maria Mastroianni (La Sapienza), è accusato di falso, in relazione a un concorso bandito dalla Università di Torino per un posto di professore universitario di seconda fascia presso il dipartimento di Scienze mediche, pubblicato il 24 luglio 2020. Facevano parte della commissione giudicatrice Mastroianni - che è anche vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), società dove Di Perri è consigliere ed Andreoni direttore scientifico - Galli ed Andreoni. Tutti e tre, secondo i pm, avrebbero dovuto riunirsi per valutare i candidati. La riunione però - che avrebbe dovuto svolgersi in modalità telematica - non si sarebbe svolta e la relazione finale sul candidato prescelto sarebbe stata scritta non dai tre commissari, bensì da Di Perri (il 21 settembre 2020).

Nell’atto si valutava un candidato, il “raccomandato” secondo i magistrati. Secondo i pm, quella relazione non sarebbe il «risultato del lavoro collegiale della commissione effettuato nel corso della riunione telematica», visto che, si legge nel decreto di perquisizione, «tale documento era stato predisposto dal solo Di Perri». Oltre al virologo, compaiono tra i 33 indagati altri due medici torinesi: Antonio Schindler e Tiziana Borsello, operativi all’Università di Milano. Secondo gli inquirenti, «la situazione che emerge dall’analisi delle conversazioni intercettate (di tutti gli indagati, ndr) è a dir poco sconcertante». «Gran parte dei concorsi banditi - sottolineano - sono stati oggetto di condotte di addomesticamento, trattasi di collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione in esame, sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità, che dovrebbero orientare le scelte dell’amministrazione pubblica per espresso dettato costituzionale».

LA REPLICA

L’infettivologo torinese non ci sta. «Non c’entro nulla e sono sereno»

«Io non c'entro nulla e ci ho messo un po' a capire di cosa si trattava». Si dichiara spiazzato, l'infettivologo dell'ospedale Amedeo di Savoia, Giovanni Di Perri, riguardo alla notizia che lo vede tra i professionisti indagati dalla procura di Milano nell'ambito di un'inchiesta su concorsi pilotati in varie Università. Riguardo al bando per cui Di Perri è indagato, insieme ad altri tre noti professionisti, per il reato di falso, il noto virologo spiega: «Si trattava di una valutazione non competitiva ed io ero sede ospitante e non ho fatto parte della commissione. Non ho ancora letto le carte ma sono sereno». I tre membri della commissione giudicatrice, tutti indagati, sono i professori Massimo Galli di Milano, Massimo Andreoni dell'Università di Tor Vergata e Claudio Maria Mastroianni della Sapienza di Roma. Secondo gli inquirenti la commissione avrebbe «definito preliminarmente i criteri per l'attribuzione dei punteggi da assegnare agli elementi oggetto di valutazione procedendo quindi alla valutazione del candidato e, sulla base di quanto indicato nei criteri, esprimendo un motivato giudizio e attribuendo il punteggio».

 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.