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Dall’Avvocato a Tangentopoli: mezzo secolo al Ballantine’s

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Cinquant’anni di storia, di generazioni a confronto, di tempi che cambiano. E’ un giorno speciale per l’elegante locale Ballantine’s di corso Matteotti 25 che oggi, a partire dalle 18, brinderà a un importante traguardo: mezzo secolo di storia. Enzo Ciancia, proprietario dal 1994, è uno degli artefici di quello che può essere considerato un successo di stile. Ma la storia del Ballantine’s - come detto - ha avuto inizio il 22 ottobre del 1971 quando il locale diventa concessionario del celebre marchio di Whisky. A tessere le fila di ciò che vediamo oggi è stato l’avvocato Gianni Agnelli. Fu proprio da una sua idea che nacque quell’American Bar, da lui tanto agognato. Agnelli, che a quei tempi era di solito transitare al Principi di Piemonte, si consultò con il barman Bruno Reja e nel giro di poco tempo decise che al posto di quel deposito Alitalia (collocato, guarda un po’, al civico 25) sarebbe sorto un locale discreto, di classe. Insomma non un locale adatto a tutti. E così l’Avvocato ottenne la licenza e affidò la proprietà proprio a Reja«Un Ballantine’s diverso da quello attuale - racconta Ciancia -. Negli anni ‘70 e ‘80 esisteva un club, aperto dalle 18. Con il mio arrivo c’è stata una evoluzione, adattata ai tempi. Oggi serviamo la colazione e lavoriamo anche dopo cena. E negli ultimi anni abbiamo dato spazio a due strutture ricettive». Qui in corso Matteotti si respira una fantastica atmosfera anni ‘70, il tutto adeguato alla voglia di apparire. La clientela è variegata e non mancano ospiti ti prestigio. «Di tanto in tanto passano per l’aperitivo gli esponenti di casa Elkann e Agnelli». Di casa, il giovedì, anche i mitici Biscioni, gli amanti dell’Alfa Romeo vecchio stile con la loro necessità «di avere un adeguato parcheggio in seconda fila». Ma il Ballantine’s è anche molto altro: qui è scoppiata la prima Tangentopoli, nel 1988. Con le cimici nascoste nel locale all’insaputa di tutti. E sempre qui avvennero le prime rapine durante gli anni di piombo. Oggi, invece, si chiacchiera di politica e di auto tra un cocktail e l’altro. «Un drink che consigliamo? La “nebbia di Torino”, rivisitazione del “fumo di Londra”, per via di quel colore grigio. Chiesto proprio da Agnelli, di ritorno da un suo viaggio in Gran Bretagna». Un cocktail nato sbagliato ma diventato, qui, leggenda.
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