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Thyssen, dolore e rabbia dopo 14 anni: «Noi traditi, gli assassini sono liberi»

thyssen memoriale gn

Una tragedia dimenticata. Così l’ha definita Rosina Platì, madre di Giuseppe Demasi, una delle sette vittime del rogo della Thyssen, di cui ieri ricorrevano i 14 anni. «Ci sentiamo presi in in giro, traditi da uno Stato di cui non ci fidiamo più. La nostra tragedia è stata dimenticata, ma noi non possiamo dimenticare: lo Stato deve intervenire - ha affermato - affinché gli infimi personaggi che non hanno mai chiesto perdono, e sono sfuggiti alle loro responsabilità, siano puniti». Parole durissime, pronunciate al Cimitero Monumentale, presso il memoriale costruito in ricordo delle vittime dove ieri mattina si è tenuta la celebrazione dell'anniversario.

Il rogo del 6 dicembre 2007 causò la morte di sette degli otto operai coinvolti: Giuseppe Demasi, Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo e Rosario Rodinò. A sopravvivere fu Antonio Boccuzzi, divenuto in seguito parlamentare: «Una notte che ha stravolto la mia vita. Nella mia testa e nelle mie orecchie ci sono le urla dei ragazzi che erano con me. In un attimo - ha ricordato Boccuzzi - è scoppiato l’inferno. A questi ragazzi è stato rubato tutto, in funzione di un maledetto business che ha messo davanti rotoli che giravano, dimenticando che in quell’azienda c’erano delle vite».

Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, gli operai stavano riavviando un impianto dopo un fermo tecnico per manutenzione, quando vennero investiti da una fuoriuscita di olio bollente in pressione che aveva preso fuoco. Antonio Schiavone fu il primo a perdere la vita, gli altri sei morirono nei giorni successivi. In quel periodo, lo stabilimento era in fase di dismissione e l’azienda non investiva né in misure di sicurezza né in corsi di formazione.

Ieri, le istituzioni erano presenti con l’assessore regionale Fabrizio Ricca, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, l'assessora comunale Chiara Foglietta e il parlamentare Andrea Giorgis. «E' un nostro dovere essere qui, ed esserlo dopo 14 anni. Questa è una ferita aperta per Torino e il Piemonte - ha detto Ricca -. Nel nostro Paese ancora molte persone muoiono per incidenti sul lavoro, questa commemorazione deve essere un monito nei confronti di chi deve agire affinché queste tragedie si fermino». Questo il commento del sindaco Stefano Lo Russo: «Quel devastante incendio rimane una ferita tremenda p. E forte rimane anche il dolore e la richiesta di giustizia. Rivolgo il ricordo commosso della Città alle sette vittime della ThyssenKrupp, ai loro famigliari e alle tante persone a cui mancano che da quattordici anni convivono col dolore e il senso di ingiustizia dopo quella tragica notte».

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