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Ascensori vandalizzati, buche, barriere: tutte le criticità e i problemi mai risolti

problemi parco dora

Pesci morti e tartarughe nelle vasche, ascensori che sono fermi da così tanti anni che ormai si è perso il conto, barriere architettoniche in tutti i lotti e poi quei prati dell’area Ingest ancora transennati dopo l’incidente accorso due anni fa a un bambino. Parco Dora non è solo sinonimo di bellezza. Anche qui, a cavallo tra corso Potenza e corso Pricipe Oddone, i problemi non sembrano mancare. Come denunciato a più riprese dai comitati Ingest e Dora Spina 3.

GLI ASCENSORI Collaudati nel 2012 da Iride, titolare del servizio, ma entrati in funzione solo per pochi mesi, causa atti vandalici. Gli ascensori del parco Dora continuano a essere una ferita aperta, anche ora che l’area verde è stata terminata dopo dieci lunghi anni di cantiere. Uno degli elevatori è stato persino murato mentre gli altri sono transennati per evitare che qualcuno potesse farsi male. Praticamente una condanna per chi frequenta la zona tra l’area Ingest e l’area Vitali. E con il tempo gli ascensori del parco Dora, fermi ormai da otto anni, sono diventati una casa per senzatetto.

BARRIERE PER DISABILI Scale, rampe, blocchi. Il parco Dora è un “pericolo” per i disabili. Lo hanno denunciato l’Uici, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, il Gruppo di lavoro “Una Città per tutti” e il comitato Dora Spina Tre. Mettendo nel mirino i nuovi lotti, vietati a persone in carrozzina o con difficoltà a deambulare. E in primis anche agli ipovedenti, costretti a pericolosi slalom tra arredi che nemmeno possono vedere. L’elenco è davvero lungo: si va dalle larghe scalinate che conducono al sagrato del Santo Volto fino ai dissuasori di cemento a cono dell’area Michelin.

BUCHE E VASCHE Le vasche dell’area Ingest di via Nole, a causa di un mancato ricircolo d’acqua, si sono trasformate - poco alla volta - in un cimitero di pesci e tartarughe. Con tanto di cattivi odori a far da contorno. Animali che i passanti avrebbero avvistato nei giorni scorsi e che si sono trovate a convivere in un habitat che, forse, non appartiene a loro. A due passi un altro graffio al verde: sono le transenne messe dal Comune due anni fa, a seguito della caduta di un bimbo in un pozzo di quasi quattro metri di profondità, nascosto dall’erba alta e dalle piante. Oggi l’intero lotto è oggetto di controlli con onde elettromagnetiche e droni. Nella speranza che prima o poi possa tornare a disposizione dei cittadini.

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