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Il racket dei lavavetri tra piazze e controviali: ospedali sotto assedio

Lavavetri
Chi è diretto all’ospedale incrocia, giocoforza, la loro spazzola. All’incrocio tra corso Massimo D’Azeglio e corso Bramante il racket dei lavavetri rappresenta una condanna per chi ha la sfortuna di trovarsi davanti il semaforo rosso. In due attendono le auto davanti alle strisce pedonali, si tratta di due uomini intenti a spartirsi il controviale. Appoggiando sistematicamente le setole della spazzola sul vetro dell’automobilista di turno, ignorando il più delle volte quell’indice alzato che fanno solo finta di non vedere. Intorno all’ora di pranzo gli incroci sono cosa loro, i lavavetri. Lo stesso copione si ripete poco più avanti, in corso Massimo angolo corso Dante.

«Sempre lotte»

Ai cittadini, già arrabbiati per le lunghe code, tocca anche discutere con gli zingari. E tutto perché i rom proprio non ne vogliono sapere di ricevere un no e il più delle volte tentano comunque di lavarti il vetro. O di sporcartelo. I battibecchi con chi è al volante sono all’ordine del giorno, volano insulti da una parte e dall’altra. Il lavavetri poggia la mano in direzione del guidatore e tenta comunque di farsi dare una monetina, ma sono poche le volte in cui riesce nell’intento. Chi è al volante alza il vetro, non vuole avere discussioni. Anche se, alcune volte, sono anziani e giovani donne al volante a cedere al ricatto. Aprono il portafogli per cedere un euro e sentirsi più tranquilli. L’abusivo ringrazia, si mette le monete in tasca e sale sul marciapiede. In attesa della prossima vittima.

“Spina” nel fianco

Un racket che non fa sconti nemmeno lungo la Spina, vicino al tribunale. Qui sono due le intersezioni dove “lavorano” gli abusivi: tra corso Vittorio e corso Inghilterra, davanti al grattacielo Intesa Sanpaolo, e tra corso Mediterraneo e corso Ferrucci. Nel primo caso i lavavetri sono in due lati dell’incrocio, e tormentano i poveri automobilisti. Si tratta di tre ragazzi zingari, due da un lato dell’intersezione semaforica, e uno dall’altro. Cappellino, maglietta, jeans corti e attrezzi del mestiere in auto. Appena scatta il rosso, eccoli in azione, tormentando i conducenti lavando il loro vetro e poi pretendendo l’obolo. E al verde, il ritorno sotto gli alberi, a cercare fresco e aspettare il prossimo semaforo rosso. Così, per tutto il giorno.

In corso Mediterraneo, invece, staziona un giovane che sembra di origine nordafricana. Anche lui si disimpegna bene nel traffico della Spina. Nordafricano anche il giovane tra corso Massimo e corso Dante. In testa il cappello degli Yankee, in mano bottiglietta e spazzola. Un altro grande classico in piazza Rebaudengo, dove di tanto in tanto spunta una famigliola rom a prendere d’assedio macchine e persino gli autobus. O in corso Giulio, davanti al McDonald’s. Tornano dalle ferie, gli automobilisti. I lavavetri, invece, in vacanza non ci sono mai andati.
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