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18 Ottobre 2022 - 07:53
Spaccio, rifiuti, abusivismo, cani randagi, qualche caso di prostituzione. I problemi dei parchi Stura e Arrivore al centro delle segnalazioni dei cittadini del quartiere Rebaudengo che al Comune di Torino, nella persona dell’assessore al Verde Francesco Tresso, hanno chiesto provvedimenti concreti e progetti da valorizzare. Già, ma quali?. Svanito il sogno del campo da golf, dopo il blitz di 13 anni fa, è rimasto ben poco. Prima un parco chiuso con le transenne poi parziali riaperture che non hanno mai consentito alla cittadinanza di riprendersi i suoi spazi.
Le proposte
Dal “Gruppo spontaneo E4” sono partite le prime lamentele. Poi si è arrivati alla petizione (quasi 500 firme) per chiedere un intervento di valorizzazione con aree sportive. Ultimi, in ordine di tempo, i sogni legati al paintball (un gioco dove ci si spara addosso pallini ricoperti di vernice) e alla pista da motocross. «Dobbiamo però tener presente i vincoli ambientali - ha precisato Tresso -, garantendo, da parte del Comune, una grande attenzione verso quella porzione di territorio». A due passi dal ponte Ferdinando di Savoia, dove recentemente sono aumentati i controlli da parte delle forze dell’ordine contro il degrado. In particolare il via vai di spacciatori e tossici. Area giochi e area fitness sono le proposte della capogruppo del Pd in Circoscrizione 6, Isabella Martelli. «L’importante è portare avanti progetti condivisi con la cittadinanza, in modo che il parco sia realmente vissuto».
Quanti problemi
«Sono stati sufficienti soli due mesi per raccogliere le firme. Ora speriamo che l’amministrazione non ci lasci soli» così si è espresso Andrea Canavese, uno dei promotori dell’iniziativa. «Si tratta - ha spiegato il consigliere di Fdi, Enzo Liardo -, di uno spazio, completamente abbandonato dalle istituzioni». Nel mirino oltre alla droga ci sono gli orti abusivi e le discariche, figlie di un’inciviltà che qualche cartello e poche multe non sembrano riuscire a fermare. Tra sacchi pieni di immondizia e bici vandalizzate, il parco offre un lato di sé davvero preoccupante. Tenuto a bada solo da qualche intervento dei volontari di plastic free. «Serve un presidio» ha replicato il consigliere della Lega, Giuseppe Catizone.
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