Il mercato da una parte con la sua fermata della metro, dall’altra l’accesso a scalo vallino e al raddoppio del centro di biotecnologie dell’Università. Un’area in fase di sviluppo con un grande neo: un enorme palazzo di sei piani fuori terra di proprietà di Ferrovie dello Stato. Si affaccia su piazza Nizza e da anni cade a pezzi. Il Ferrotel, da queste parti, è come la Peste. Una terrra di nessuno, un cantiere fantasma «perché da anni non vediamo più operai» racconta un ragazzo di passaggio diretto alla vicina palestra. Già, chi va ad allenarsi - in alcuni orari della giornata - incrocia tossici che hanno divelto le lamiere e che accedono all’edificio con una facilità non indifferente.
Cartelli ne vediamo pochi, giusto uno che parla di una bonifica che doveva finire nel 2020. Invece varcata la soglia dell’inferno i problemi in cui ci si imbatte sono molteplici. Non solo l’amianto, anche occupazioni abusive e narcosale. C’è un vero sfondato forse con un mattone ma per accedere al pian terreno basta fare il giro. Facendo attenzione a dove si mettono i piedi. Tra pietre e mattoni spuntano escrementi umani, fazzoletti sporchi di sangue e qua e là qualche siringa. Niente rispetto a quello che vediamo sulla scalinata. Una porta nei seminterrati dove i disperati si fanno di crack accompagnati da inseparabili bottiglie di plastica.
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Ci sono siringhe ovunque anche lungo la scala antincendio. Si sale come per andare in paradiso, ma in realtà è una discesa negli abissi più profondi della psiche umana. Al primo piano la porta è aperta, le stanze non ci sono più. Apparentemente demolite. Eppure dove un tempo dormire era una sorta di comfort, oggi regna l’abbandono. E chi ha perso tutto ha trovato nel vecchio cantiere una sorta di ancora di salvezza. C’è qualche materasso sporco e cibo consumato. Ma nessuna traccia di esseri umani. Un dramma anche per la Circoscrizione 8, che ha ricevuto molte segnalazioni. «Abbiamo informato le forze dell’ordine - spiega il presidente, Massimiliano Miano -. Ora ci appelliamo alla Città affinché intervenga con un intervento di rigenerazione». Per l’edificio la soluzione finale potrebbe essere una: l’abbattimento.
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