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LA DENUNCIA DELL'OSAPP

Troppi detenuti a rischio suicidio, la polizia penitenziaria chiede aiuto

Impossibile garantire la sorveglianza a vista nel carcere di Torino

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Troppi detenuti a rischio suicidio in carcere a Torino

Troppi detenuti a rischio suicidio o autolesionismo e la polizia penitenziaria, già alle prese con una cronica carenza di organico, non può sobbarcarsi la loro sorveglianza. 

La denuncia arriva dall'Osapp, sindacato che ha inviato una missiva al direttore del carcere e al provveditore regionale per chiedere un intervento urgente: "Si stanno sfornando a raffica disposizioni di sorveglianza a vista dei detenuti e delle detenute per motivi sanitari". Disposizioni che, secondo l'Osapp, non sarebbero "in linea con nessuna norma giuridica, norme che  prevedono solo una vigilanza sulla collettività dei detenuti di una sezione e non ad personam sul singolo detenuto, fatto che determinerebbe uno spreco di unità di polizia penitenziaria che non possono essere distolte per fare da bodyguard sui singoli detenuti 24 ore su 24".

La sorveglianza sanitaria sarebbe infatti in capo alle figure professionali preposte dell’Asl competente e non alla polizia penitenziaria. "Si invita dunque a correggere con immediatezza dette disposizioni di sorveglianza a vista, giunte ad oggi, come
sembrerebbe, ad 8 casi in tutto l’istituto per un totale di 24 agenti di polizia penitenziaria al giorno distolti dai compiti istituzionali e impiegati in tali servizi".  "La polizia penitenziaria - conclude l'Osapp - non può essere eletta capro espiatorio di competenze istituzionali altrui e quindi non proprie". 

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