l'editoriale
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La Parola ai lettori
20 Settembre 2023 - 10:45
La stretta al Codice della Strada? Allora proibiamo l'alcool
Non ho parole leggendo ciò che scrivete in anticipo sul Vs. giornale nella la notizia del giorno “Codice della strada, strette per chi non rispetta le regole”. Giusto far rispettare le regole ma non è giusto inasprire le regole per colpa di drogati, alcolisti, esauriti, delinquenti e malati di mente che nessuno più vuole curare. Una volta si usciva con gli amici per andare a cena, ai pranzi di lavoro, in pizzeria con la famiglia, ai compleanni ecc… ed era normale. Oggi siamo diventati tutti un pericolo pubblico con sanzioni che rovinano la vita a chi tutti i giorni guida l’auto. Vuol dire che da domani chi può ancora permettersi di andare al ristorante chiederà acqua per la gioia dei ristoratori. A questo punto vietiamo la vendita di vino a tavola ai ristoranti e liquori nei bar e nelle discoteche. Facciamo la multa a loro! Tutti a puntare il dito contro tutti, come al tempo dei romani e delle folle che puntavano il dito a morte contro i più deboli. Io continuerò a rispettare le regole ma molte persone con la testa sul collo perderanno il lavoro.
Tony
Sanità
Liste d’attesa senza commenti
Oggi ho tentato di prenotare un’ecografia addome a mio marito disabile ottantadueenne: posto a fine novembre in convenzione... a pagamento in settimana! Non occorre commentare.
Paola Gallo
Immigrazione/1
Lo Russo, guarda ai nostri poveri
Cara redazione dormo o son desto? L’ennesimo politicante di sinistra e mi riferisco al signor Lo Russo sindaco di Torino chiede aiuto per gestire (l’invasione) della povera gente proveniente dalla Africa, ma non si rende conto che Torino è invasa di italiani tra i cartoni. E invece continua a fare propaganda elettorale? Ma dai fatti un giro e forse comprendi la disperazione vera... sai cos’è il dolore e l’indifferenza che provano persone che dovresti rappresentare... il tu è d’obbligo perché se tu sei tu io non sono uno... Grande Alberto Sordi.
Mario Garzelli
Immigrazione/2
Siamo un paese senza orgoglio
Una provata Giorgia Meloni sui problemi della immigrazione continua a dire, come un disco rotto, che l’Italia da sola non può farcela, che il problema è dell’Europa... Quindi, a differenza delle altre nazioni europee, l’Italia non sa difendere i propri confini, si fa ricattare dalla Tunisia! Siamo una nazione imbelle, senza coraggio, senza orgoglio, umiliata da tutti. C’è da chiedere a Guido Crosetto, l’assente ministro della Difesa, se disponiamo ancora di un esercito, di una marina militare. Certo siamo un paese a sovranità limitata, condizionati da UE, USA, Chiesa, atteggiamenti terzomondisti, lassisti, oltre alle intromissioni di Mattarella. Fallimentare anche il PD della Schlein che vorrebbe accogliere tutta l’Africa.
Mario Viscovo
Lutto
Il pensiero debole di Gianni Vattimo
È inutile girarci intorno, Gianni Vattimo – morto il 19 settembre all’ospedale di Rivoli – è stato un «cattivo maestro» tra i docenti che hanno insegnato nell’Ateneo torinese. La sua vicenda esistenziale è stata un impasto di contraddizioni, coperte sotto un linguaggio filosofico astruso e poco intelligibile. Prospettiva che si estrinseca in modi diversi nel rifiuto di ogni concezione assoluta e nella proposta di una fede cristiana, basata sulla carità e sull’aiuto reciproco tra gli uomini. Posizione che gli deriva dalla sua giovanile militanza nell’Azione cattolica che nel corso degli anni è assorbita da un’adesione all’ideologia comunista e dall’attività politica in partiti politici diversi tra loro: prima nel Partito radicale e in Alleanza per Torino, poi nei Democratici di sinistra (dal 1999 al 2004), per i quali è stato deputato europeo, nel Partito dei comunisti italiani e nell’Italia dei valori (dal 2009 al 2015). Con il suo «pensiero debole», nutrito dalle riflessioni nietzschiane e heideggeriane, le posizioni del filosofo torinese sfociano in un trasformismo diseducativo e deleterio al mutamento sociale. Sul piano filosofico la sua lezione appare lontana dal mondo moderno che, inficiato di egoismi e di assenza del bene comune, assiste impassibile alla morte di Dio, trovando rifugio in una religione secolarizzata del cattolicesimo, coniugata con un ideale comunista astratto e privo di aderenza alla realtà. È necessario invece un «pensiero forte», dotato di razionalità e di scientificità che guidano l’uomo nel suo percorso di essere vivente in armonia con gli altri e con la natura.
Nunzio Dell’Erba
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