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IL BORGHESE
11 Ottobre 2023 - 09:26
Una guerra tra poveri
Quell’uomo disperato che ieri ha scalato una gru alta 30 metri per gridare al mondo la sua disperazione dopo aver perso la casa dove abitava con la madre e due cani, è la punta dell’iceberg di un’emergenza abitativa sempre più preoccupante, specie a Torino e nei comuni dormitorio della prima cintura.
E’ qui, nei casermoni che punteggiano le periferie e i grandi corsi che gli sfratti quasi tutti per morosità, stanno segnando la vita di oltre 5mila famiglie. Come dire di un popolo composto da ventimila persone, tra cui anziani e bambini, che è costretto a migrare altrove, scontrandosi con un mercato, quello delle locazioni, che offre ben pochi spiragli.
Un disagio che segue la coda lunga della pandemia, periodo in cui vennero bloccate le esecuzioni immobiliari, il caro vita e la perdita del lavoro. Un pezzo di città che si stacca dalle proprie tradizioni a cui corrisponde l’altra faccia del problema, quella dei piccoli proprietari che, magari da anni, hanno perso un’importante parte del reddito famigliare. Insomma una guerra tra chi ha risparmiato per un domani migliore garantito da una locazione e chi proprio non ce la fa più a pagare la pigione, la rata di mutuo o le bollette.
Già perchè c’è anche tanto “ceto medio” che annaspa in questa guerra della casa che non lascia intravvedre soluzioni e che spacca i nuclei famigliari e, in quache caso, induce anche a mendicare una scodella di minestra alla Caritas. E’ il volto dell’altra città, come dicono alcuni analisti , che trova situazioni oltre il limite, punteggiate persino dalla occupazioni abusive nelle case popolari ove agli affitti modesti negli ultimi due anni si sono aggiunte spese insostenibili.
Con un risvolto che deve far riflettere: il numero abnorme di alloggi vuoti in attesa di ipotetiche ristrutturazioni e l’incapacità di crearne dei nuovi da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute e che ora confidano nei miracoli del Pnnr.
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