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LA MANIFESTAZIONE

Corteo femminista in centro: fumogeni e scritte in piazza Castello - LE FOTO E VIDEO

Alcune centinaia di persone in marcia con il movimento femminista "Non una di meno"

La manifestazione in piazza

La manifestazione in piazza

Fumogeni accesi davanti all'ex Palazzo della Regione Piemonte di piazza Castello. Alcune centinaia di persone si sono date appuntamento oggi pomeriggio, in pieno centro, per prendere parte alla manifestazione del movimento femminista "Non una di meno". 

Alcune attiviste con il volto coperto da un passamontagna hanno scritto sulla pavimentazione della piazza una gigantesca frase "Lo Stato non ci cura Salute transfemmista" e hanno incollato scontrini e bugiardini di medicinali al suolo. 

E' stato poi srotolato uno striscione che recita: "Contro la violenza medica ospedali luoghi di cura non di paura". Vogliamo "riprenderci questa città". Le attiviste hanno in seguito spiegato al megafono che: "Per Giulia Cecchettin e per tutte le altre donne uccise e suicidate non siamo state in silenzio e continuiamo con le passeggiate arrabbiate, una marea di mezzo milione di persone, cortei per dire no a omicidi, stupro e violenze che non sono casi isolati ma espressione del patriarcato che ci riguarda tutti: violenza patriarcale con botte in casa e aggressioni in strada".

I manifestanti sono partiti poi in corteo, che attraverserà via Po, via Accademia Albertina, corso Vittorio Emanuele II e raggiungerà Porta Nuova.

Arrivati in via Po, i manifestanti hanno buttato vernice rosa e scritto “Educazione e sorellanza” davanti al palazzo del Rettorato. A chiudere la manifestazione, la scritta “Ci vogliamo vive” incendiata sull’asfalto davanti a Porta Nuova: «Noi continueremo a scendere in piazza» assicurano le organizzatrici, che hanno anche distribuiti volantini con i cori e il “calendario dell’avvento dello sciopero femminista”. Che invita a non lavare i piatti, non fare la lavatrice o preparare il pranzo da sola: «Perché lo sciopero è la nostra risposta contro la violenza maschile sulle donne, in vista del grande sciopero dell’8 marzo».

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