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il delitto
13 Gennaio 2024 - 08:57
Lorenzo Sofia (a sinistra) ed Elisa Scavone (a destra) a una festa di compleanno
Marito e moglie sorridenti e spensierati. Come nelle foto dei pranzi di famiglia che si trovano sui social, postate dalle sorelle di Elisa Scavone perché né la vittima, né il marito Lorenzo Sofia - l’uomo che l’ha uccisa - avevano profili su Facebook o Instagram. Anzi, conducevano una vita riservata, e ultimamente in casa le cose non andavano per nulla bene. Fino al tragico epilogo, con le numerose coltellate - una ventina circa - che l’ex gommista 70enne ha inflitto in casa alla moglie 65enne, mandandola in ospedale in fin di vita. Elisa Scavone dopo 24 ore di agonia è deceduta alle Molinette e ora gli inquirenti stanno cercando di fare luce sul movente che ha spinto Lorenzo Sofia a massacrarla a colpi di coltello. Ai poliziotti arrivati nell’appartamento di via Galluppi 25/10, l’uomo avrebbe confessato subito l’omicidio commesso, aggiungendo: «L’ho fatto, ci pensavo da anni».
Se così fosse, è probabile che Lorenzo Sofia da tempo meditasse di uccidere la donna con cui era sposato da più di trent’anni e dalla quale ha avuto due figli: Michele, che da quattro anni ha preso il posto del papà nel negozio di pneumatici di via Giordano Bruno, e Laura, che fa l’avvocato e vive in Lombardia. E se i vicini subito dopo i fatti ripetevano come un mantra che Lorenzo ed Elisa erano «una coppia insospettabile, senza mai un litigio», in realtà le cose non erano proprio così. Le tensioni tra le mura domestiche c’erano eccome, acuite anche dai problemi di salute di Lorenzo - che in zona tutti chiamano “Enzo” -, per i quali l’uomo è stato anche ricoverato in passato in una struttura. Anche Elisa pare che avesse problemi di salute e soffrisse in particolare di diabete. Liti furibonde, ma anche episodi di violenza, con Lorenzo che una volta avrebbe spintonato Elisa facendola cadere a terra in casa. Quella volta però, la donna non aveva chiamato le forze dell’ordine.
Eppure nonostante i tanti problemi Elisa aveva cercato di non abbandonare il marito, nemmeno quando l’uomo era stato ricoverato, in una struttura fuori Torino. «Elisa amava Enzo e andava a trovarlo tutti i giorni quando era in clinica», raccontano i titolari di Toma&Tomaia, negozio di scarpe di via Giordano Bruno, dove la vittima era solita fare acquisti. Intanto Lorenzo Sofia è nel reparto di psichiatria delle Molinette. Ieri si è tenuta l’udienza di convalida e l’uomo andrà in carcere. In Procura il fascicolo è affidato al pm Roberto Furlan, che chiederà la perizia psichiatrica per il killer.
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