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IL RETROSCENA

«Enzo era malato e tutti lo sapevano». La storia dell'uomo che ha ucciso la moglie

La mattina dal panettiere, poi alle Poste. Nel pomeriggio il femminicidio

Lorenzo Sofia era un gommista. Ora è accusato dell'omicidio della moglie

Lorenzo Sofia era un gommista. Ora è accusato dell'omicidio della moglie

La spesa dal panettiere, puntuale tutte le mattine alle 9, poi dal giornalaio - ma da qualche tempo non ci andava più - e poi alle Poste per ritirare pensione e raccomandate. Era questo il mondo di Lorenzo Sofia, che in zona tutti chiamavano “Enzo”. L'ex gommista 70enne che ora è accusato dell'omicidio della moglie Elisa Scavone, morta ieri in tarda serata nel reparto di terapia intensiva delle Molinette, dopo 24 ore di agonia.

Campeggia ancora l’insegna “Sofia Lorenzo dal 1975” nel negozio di gomme di via Giordano Bruno. Convergenza, equilibratura, freni, batterie, cambio olio, insomma l’uomo faceva tutto ed era il gommista del quartiere. Ma da quattro anni l’attività è passata a Michele, uno dei due figli della coppia (l’altra figlia, Laura, è un avvocato e vive in Lombardia). Il negozio ieri era chiuso, serrande giù, e al telefono nessuno rispondeva.

Racconta Arturo Tarricone, il panettiere di via Galluppi: «Enzo veniva qui tutte le mattine, anche la mattina del giorno in cui ha accoltellato la moglie. Come l’ho visto? Come sempre da qualche anno a questa parte. Si è appoggiato con i gomiti al bancone e ha mormorato “Non sto bene, non sto bene”. Ma lo diceva spesso, al punto che i clienti lo guardavano in modo strano». Poche ore dopo, il 70enne ha inferto una decina di coltellate alla consorte, eppure quella mattina il panettiere non aveva notato nulla di strano. «Gli ho detto “Dai Enzo, svegliati, non fare così”. Per incoraggiarlo, perché qui tutti conoscono le sue condizioni di salute». Lorenzo Sofia era stato ricoverato in una struttura, per i suoi disturbi mentali. Poi era uscito ed era tornato a casa. «Prendeva tanti farmaci», raccontano i vicini di casa.

Il giorno dell'omicidio, Lorenzo era uscito per comprare due "ciabattine" e una focaccia. «Arturo, dammi una busta grande, per favore», ha detto al suo fornaio di fiducia. Poi è andato alle Poste. E una volta a casa ha accoltellato la moglie con la quale è sposato da più di trent’anni. Alle Molinette, Elisa ha lottato 24 ore per sopravvivere, prima del tragico epilogo.

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