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Il dolore di un padre

Uccisa con 57 coltellate, "il suo assassino passeggia in centro"

Dimitri Fricano è stato scarcerato perché obeso e ora vive nella stessa città dei genitori della vittima

Uccisa con 57 coltellate, "il suo assassino passeggia in centro"

Chi può immaginare quale tormento sia per un genitore vedere la persona che ha ucciso la propria figlia - un reo confesso - vivere non solo fuori dal carcere, ma a poche centinaia di metri dalla sua casa, «passeggiare liberamente mentre nostra figlia possiamo andare a trovarla soltanto al cimitero.

A raccontare questo tormento è Fabrizio Preti, padre di Erika, la giovane che sei anni fa è stata uccisa dal fidanzato Dimitri Fricano durante una vacanza in Sardegna. Un fidanzato che, da un paio di mesi, è stato scarcerato nonostante una condanna a trent’anni e posto ai domiciliari per motivi di salute, perché obeso.

«Non mi sembra quindi che stia così male, è incompatibile solo con il carcere, per tutto il resto può vivere la sua vita normalmente» dice Fabrizio Preti, raccontando di aver incrociato per puro caso Dimitri Fricano per strada, a Biella dove vivono. «Tutto questo non è giusto. Dobbiamo stare attenti per non trovarci all’improvviso di fronte all’assassino di nostra figlia» racconta ai cronisti.

Erika Preti era stata assassinata con oltre cinquanta coltellate - di cui due fatali alla gola - un numero che Fricano sostiene di non ricordare. Ha ammesso il delitto, ma nulla di più. Il motivo dell’omicidio, dopo che inizialmente il giovane aveva provato a sostenere la tesi di una rapina finita in tragedia - pare sia da ricercare nella decisione di Erika di troncare la relazione.

Condannato a trent’anni, circa due mesi fa, come detto, Fricano è tornato a casa, ai domiciliari appunto. Secondo il giudice, le sue condizioni di salute sono incompatibili con il regime carcerario: è arrivato a pesare duecento chili e in cella, dicono, non potrebbe essere curato. Lui stesso ha ribadito questa cosa davanti alle telecamere di Pomeriggio 5. Così, adesso, ha il permesso di uscire di casa, dalle 15 alle 18, per recarsi all’ospedale di Ponderano e sottoporsi alle terapie. Nonostante qualche segnalazione alla Questura di Biella, nulla è possibile dal punto di vista legale: Fricano ha quelle ore a sua disposizione ed evidentemente non le usa soltanto per le terapie cui è sottoposto.

«Tutto questo non è giusto» è quanto dice, amaramente, Federico Preti.

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