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IL CONVEGNO

Un "mix energetico" per vincere la grande sfida alla transizione

Un approfondimento dedicato alla filiera organizzato dall’Esco Coesa

Pannelli solari

Pannelli solari

«È troppo tardi?». Parte da una domanda l’evento dedicato alla filiera dell’energia organizzato dall’Esco (Energy Service Company) Coesa.  Oppure: «È troppo difficile?» chiede provocatoriamente Alberto Lazzaro, amministratore delegato di Coesa, in apertura dei lavori del convegno che si è tenuto questa mattina al Palazzo della Luce di Torino. La discussione si è mossa tra rischi, ritardi e potenzialità della transizione energetica. Sul piatto, anche la questione relativa alla dipendenza geopolitiche dell’Italia relativa all’approvvigionamento energetico. La domanda implicita: passeremo dalla dipendenza del petrolio russo a quella delle batterie cinesi?

«Penso che le scelte fatte mettano a rischio il comparto dell’automotive europeo, a vantaggio di quello asiatico in primo luogo» avverte la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent e componente della VIII commissione del Senato che si occupa di Ambiente, Transizione Ecologica, Energia, Lavori Pubblici, Comunicazione e Innovazione e Tecnologia. «Come si produce energia? - domanda la senatrice - Ci devono essere accumuli. Noi siamo a favore del nucleare perché serve avere una fonte costante che non varia a seconda delle stagioni. Non credo che l’Europa abbia sbagliato a indicare una via green, ma ha sbagliato i modi».

Ha preso parte alla tavola rotonda Davide Chiaramonti, vice rettore per l’internazionalizzazione del Politecnico di Torino che avverte: «L’elettrico è uno degli elementi della transizione, ma non è il solo». In questo senso, appare fondamentale creare grandi impianti. «Due anni fa abbiamo predisposto un piano» ricorda Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura. Erano i giorni in cui  è scoppiata la guerra in Ucraina. «Dobbiamo lavorare per fare sì che gli impianti abbiamo grandi dimensioni che permettono di produrre energia elettrica da fonte rinnovabile per oltre l’80%».

La discussione vira poi su come fare per pianificare la produzione dell’energia in quella viene definita “l’età dell’incertezza”. «È un problema di sistema. Questa partita la si vince tutti insieme. Non basta produrre l’energia, va anche distribuita» commenta Barbara Conti (unica presenza femminile sul palco) Energy Manager Di Lavazza. «L’erogazione continua e costante è fondamentale» aggiunge Conti, mentre Federico Sandrone, nella doppia veste di amministratore delegato di Coesa e coordinatore della filiera Energy e Sustainable Mobility dell’Unione Industriali di Torino, fa un discorso di strategia. «Oggi siamo in ritardo biblico. Mettersi a produrre pannelli foto volatici non è possibile. La Cina ha aumentato enormemente la produzione, perciò è ancora meno appetibile produrre. A livello strategico, loro sono avanti anni luce. Va fatto un ragionamento a livello di Europa». Ha preso parte al dibattito anche Luca Conti, ceo di E.On Italia che ha sottolineato ancora una volta l’importanza di fare rete.

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