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LA POLITICA

Pd, si va al testa a testa Valle-Gribaudo, ma il candidato “dimezzato” non piace

Dopo lo stop di Roma, i due tirano dritto. Delegazioni ombra cercano il “Papa straniero”

Chiara Gribaudo e Daniele Valle

Chiara Gribaudo e Daniele Valle

Telefoni che squillano, toni che si alzano. Sono ore febbrili per il Partito Democratico piemontese. Dopo il voto in Abruzzo e la sconfitta del campo largo, il segretario regionale Domenico Rossi aveva annunciato - neanche troppo tra le righe - che non c’era più tempo da perdere. Così sabato si dovrebbe andare al voto in assemblea per decidere il candidato presidente da presentare alla coalizione del centrosinistra che (al momento) non comprende il Movimento Cinque Stelle. Tutto potrebbe ancora cambiare. E infatti tutto è già cambiato da quell’annuncio di appena tre giorni fa. Da Roma è arrivato l’invito a fermarsi. Aspettare ancora (forse fino al voto della Basilicata), nell’attesa che l’accordo con il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte vada in porto. «Il Piemonte deve aspettare la Basilicata?», tuona uno dei protagonisti (o delle protagoniste) di questa partita che preferisce rimanere anonimo. La richiesta è partita dalla segreteria nazionale, per bocca di Davide Baruffi, uomo di Schlein, ed era diretta al nostro segretario Rossi che, a sua volta, ne ha discusso con i suoi, invitandoli a proporre un terzo nome per uscire dall’empasse. L’intendo del nazionale è evidente: il Piemonte non può essere l’unica regione a non sperimentare il campo largo. Una motivazione debole che - specie in assenza di un segnale forte da parte del leader dei Cinque Stelle - non convince.

Resta l’ipotesi di correre da soli. Ma con quale candidato? La scelta dovrebbe ricadere tra i monolitici Daniele Valle, vicepresidente del consiglio regionale e la deputata Chiara Gribaudo. Nessuno dei due farà un passo indietro a meno che non lo faccia anche l’altro. E anzi, i due stanno sondando i numeri da portare in assemblea. Su un totale di circa 300 componenti, il 50% dei delegati è di area Bonaccini, il 35% legati a Schlein, il 15% di Cuperlo. Al netto di assenze dell’ultimo minuto e franchi tiratori pronti far fuoco, la mozione Valle sembra avere più gambe di quella della collega Gribaudo, ma tutto è ancora da scrivere. C’è anzi chi sta già lavorando per un terzo nome che porti con sé maggiore consenso all’interno del partito. Che vinca Valle o Gribaudo sarebbe infatti un candidato “dimezzato” da portare alla coalizione. Se poi dovesse andare in porto all’affaire con i Cinque Stelle, sarebbe tutto da rifare, in attesa di quel famoso Papa straniero, evocato da Giorgio Ardito, che porti avanti i vessilli di entrambi gli schieramenti. Una delegazione ombra che tesse le fila dell’alleanza, avrebbe già individuato un paio di nomi, un di loro sarebbe stato, anni fa, insieme a Diego Novelli, un collaboratore dell’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando nella costituzione della Rete. E intanto il telefono del segretario Rossi squilla, squilla e squilla ancora.

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