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La crisi dell'auto
07 Aprile 2024 - 07:00
Sta smantellando la Fiat. Carlos Tavares ha una visione e certamente un piano - che deve essere per forza condiviso da John Elkann e tutti gli azionisti di Stellantis - che è qualcosa di più di quello industriale o di quel Mirafiori Automotive Park 2030 di cui cominceremo a sapere qualcosa mercoledì. Intanto, però, smantella.
Per ora ciò che sta smantellando è la Fiat, poi Fca, di Sergio Marchionne. Già solo dalla filosofia, la scelta dell’elettrico che il manager italo-canadese, anche lui visionario il giusto e abile nella finanza, non considerava troppo. Ha iniziato chiudendo lo stabilimento Giovanni Agnelli di Grugliasco - costava più di Mirafiori, che costa più delle fabbriche francesi -, ora la bandiera Maserati si ammaina anche sul Lab nel modenese, con il corollario di esuberi e uscite incentivate, in massima parte ingegneri. Quanto a Mirafiori, la gestione Tavares ha visto un rovesciamento: non più solo una fabbrica dove le auto si realizzano, ma uno spazio dove si smontano e si riciclano. E dove la forza lavoro nuovo non compensa neppure gli esodi, a partire dallo svuotamento degli Enti Centrali che saranno sostituiti, presumibilmente, dal GrEEn Campus.
Mercoledì partirà la produzione delle nuove trasmissioni per veicoli elettrici, a giugno si lavorerà alla Maserati Gran Cabrio. Sulla linea della 500, intanto, altra cassa. La produzione di Mirafiori è praticamente dimezzata: solo 12mila vetture da inizio anno. Se non siamo alla morte per inedia poco ci manca. Una morte che contrasterebbe con gli obiettivi dichiarati e le promesse alla politica, ma i piani possono anche cambiare, se il mercato ti mette di fronte alla dura realtà dei numeri. «È tempo di presentare il nostro piano» ha detto Tavares nei giorni scorsi. Sì, su questo ha perfettamente ragione.
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