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LA STORIA

In bici da Torino fino in Australia: l'avventura di due giovani torinesi

Giacomo Perone e Andrea Incarbone partiranno domenica da piazza Benefica. "Vogliamo riconquistare il nostro tempo"

Giacomo Perone e Andrea Incarbone

Giacomo Perone e Andrea Incarbone

Ventiduemila chilometri, undici mesi di viaggio, due biciclette e tanta voglia di riappropriarsi del proprio tempo. Lentamente. Inizia così l’avventura di Giacomo Perone e Andrea Incarbone, due giovani ragazzi torinesi che pedaleranno da Torino fino ad Adelaide, nel sud dell’Australia. L’avvenuta comincerà domenica, da piazza Benefica, e si concluderà quasi un anno dopo, di nuovo a Torino.



Il viaggio
«Attraverseremo in bicicletta i Balcani, affrontando le alte montagne dell’Himalaya, scendendo fino in India e poi verso la Tailandia fino ad arrivare a Bali, dove prenderemo un aereo che ci porterà a Darwin. Concluderemo il nostro viaggio con gli ultimi 3mila km nel deserto Australiano» raccontano i due ragazzi, questa mattina in Comune per incassare l’in bocca al lupo del sindaco Stefano Lo Russo e del suo assessore Francesco Tresso.
«È stato un piacere accoglierli a Palazzo Civico, per consegnare loro il gagliardetto simbolo della nostra città» commenta Lo Russo e aggiunge: «Buon viaggio ragazzi». «Siamo felici di tutto il supporto che ci sta arrivando in questi ultimi giorni qui a Torino, noi siamo carichi. È quasi tutto pronto per la partenza» replicano i due e si fanno chiamare “Centoventuno”, «come il numero delle piazze di Torino».



La filosofia
Esattamente un anno fa Giacomo e Andrea iniziavano a pedalare da Torino verso Caponord. «È stata un’esperienza intensa, a 360 gradi» ricordano. L’anno prima erano partiti alla volta di Palermo. E ora sono pronti per nuove avventure verso l’Oriente. «Abbiamo diviso il viaggio in diverse macro aree - spiegano -. La prima tappa traguarda a Istanbul, dopo 40 giorni di pedalata». In media i due stimano di percorrere 80 km al giorno. «Magari in alcuni periodi ne macineremo anche di più» aggiungono. I due “slow travellers” (viaggiatori lenti ndr) non si pongono limiti. «Per intraprendere questo viaggio abbiamo lasciato il lavoro» fanno sapere. «Vogliamo rallentare il ritmo frenetico della vita di tutti i giorni, che ci bombarda di informazioni e ci opprime. L’obiettivo è quello di riscoprire un’esistenza a misura d’uomo».

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