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Il caso

Protesta animalista al circo della Pellerina: "Che ci fanno dei dromedari a Torino?"

Il punto di vista degli attivisti sulle promesse del Governo

Uno scatto della protesta degli animalisti (Fonte Instagram)

Uno scatto della protesta degli animalisti (Fonte Instagram)

Domenica 21 aprile, un gruppo di attivisti del movimento antispecista Ribellione Animale ha organizzato un presidio all'ingresso del circo della Pellerina a Torino. L'obiettivo è sensibilizzare il pubblico riguardo allo sfruttamento animale nei circhi, evidenziando come, nonostante le approvazioni delle autorità sanitarie, l'uso degli animali a scopo di intrattenimento sia moralmente discutibile.

L'iniziativa fa parte della campagna 'Kimba - Ruggiti di Libertà', lanciata il 1 febbraio a Roma. Il movimento, ispirato dalla fuga di Kimba, un leone evaso da un circo a Ladispoli l'11 novembre, chiede al governo italiano di porre fine definitivamente allo sfruttamento degli animali nei circhi, invocando l'attuazione di una legge già esistente ma non ancora applicata.

Ribellione Animale sollecita inoltre il rilascio e il reinserimento degli animali attualmente impiegati nei circhi in habitat naturali o santuari per animali esotici. Questi santuari "dovrebbero essere adeguati alle esigenze naturali degli animali, offrendo loro uno spazio dove possano vivere conformemente alla loro etologia". Gli attivisti descrivono le condizioni di vita degli animali nei circhi come "abominevoli", con gli animali costretti a eseguire comportamenti innaturali e spesso maltrattati. Criticano l'assenza di valore educativo o culturale in queste pratiche, denunciando un sostegno immotivato da parte dello Stato attraverso finanziamenti significativi.

Nonostante il sostegno del ministero della Cultura italiano ai circhi che utilizzano animali, molti altri paesi hanno già messo al bando questa pratica. In Europa, 17 nazioni hanno vietato l'uso di animali nei circhi, unendosi ad una lista di oltre 50 paesi a livello mondiale che hanno adottato misure simili.

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