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Ambiente & Turismo

Come stanno le nostre spiagge? Il rapporto shock di Legambiente

Plastica e mozziconi di sigaretta, la rilevazione in dodici regioni italiane e l'analisi di pericoli e rimedi necessari

"L'Inquinamento delle Spiagge Italiane: la Rilevazione Choc di Legambiente"

Nell'attesa di capire se questa folle primavera è davvero iniziata, tempo di pensare alle vacanze, alla voglia di mare. Ma qual è lo stato di salute delle nostre spiagge? E i nostri mari? La bellezza dei nostri paesaggi, delle nostre risorse naturali che incantano i turisti, è però messa in pericolo dall'inciviltà, che nessuno pare riuscire a fermare. Ed è imbarazzante e preoccupante scoprire che ogni 100 metri di costa ci sono oltre 700 rifiuti di vario tipo. Sembra incredibile? Vediamo i dati insieme.

A rendere noti questi dati è l'indagine "Beach Litter" condotta da Legambiente: ogni 100 metri di costa italiana si contano circa 705 rifiuti, secondo i dati raccolti sulle 33 spiagge di 12 regioni italiane esaminate, dalla Calabria all'Emilia Romagna alla Liguria, equivalenti a 179mila metri quadri. Dati in miglioramento, rispetto a quelli dell'anno precedente, ma che ancora devono suscitare allarme. La plastica regna sovrana tra i materiali più diffusi raccolti sulla spiaggia, occupando il 79,7% del totale. Il vetro e la ceramica seguono con il 6,6%, l'alluminio con il 4,5% e, infine, carta e cartone rappresentano il 2,9%.

Tra le tipologie di rifiuti più comunemente individuate, i mozziconi di sigaretta occupano la prima posizione. Nell'indagine sono stati raccolti 3.338 di questi, corrispondenti a circa il 14,4% del totale, per una media di 101 mozziconi per 100 metri di spiaggia. Seguono con il 9,4% oggetti e frammenti di plastica di dimensioni comprese tra i 2,5 e i 50 centimetri, al terzo posto i tappi e coperchi con il 6,7%. Materiali edili e stoviglie usa e getta in plastica, rispettivamente al quarto e quinto posto, costituiscono il 5,5% e il 4,2%.

Al centro delle preoccupazioni vi sono gli oggetti in plastica monouso, nonostante il divieto imposto dalla direttiva europea Single Use Plastics (SUP), in atto in Italia dal 14 gennaio 2022. Questi, unitamente alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano tuttavia il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024, con una tendenza che, dal 2014 a oggi, non sembra registrare significative riduzioni.

Elisa Scocchera dell'ufficio scientifico di Legambiente commenta: “L'analisi dei prodotti sottoposti a restrizioni da parte della direttiva europea sulla plastica monouso mostra come l'incidenza di questi rifiuti abbia oscillato tra un minimo del 38,6% nel 2023 e un massimo del 56,3% nel 2024". Per Legambiente, si rivela quindi cruciale proseguire il monitoraggio dell'andamento di questa tendenza al fine di valutare l'efficacia delle misure adottate dalla direttiva sulla plastica monouso e per "intervenire in maniera mirata con azioni di prevenzione e gestione corretta del problema".

"I dati raccolti nell'indagine annuale sull'inquinamento delle spiagge e arenili a causa dell'abbandono di rifiuti evidenziano la persistente necessità di campagne collettive di pulizia, visto l'aumento dei rifiuti dispersi legati al consumo di cibo", afferma Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Dal 10 al 12 maggio una moltitudine di volontari, muniti di pinze e guanti, invaderà le spiagge italiane per partecipare a decine di iniziative di pulizia nell'ambito della campagna "Spiagge e Fondali Puliti 2024", organizzata dal Cigno Verde e dai suoi circoli, che da 34 anni coinvolge migliaia di persone in un'azione collettiva di pulizia delle nostre coste. 

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