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IL CASO
03 Giugno 2024 - 18:42
Joint venture Stellantis-Leapmotor:
La logistica Leapmotor (il socio cinese di Stellantis) viene affidata alla Mopar di Rivalta. A partire dal mese di luglio nello stabilimento di Rivalta inizieranno ad essere stoccati i pezzi di ricambio delle vetture Leapmotor, che saranno commercializzate in Europa tramite la joint venture Stellantis-Leapmotor. Lo ha comunicato la Mopa ai delegati sindacali interni dell'azienda. In altre parole: la vendita di auto cinesi in Europa e in Italia è sempre più vicina.
Per approfondire leggi anche: https://torinocronaca.it/news/torino/330345/e-ufficiale-da-settembre-le-cinesi-di-stellantis-in-europa-e-in-italia-e-le-fabbriche-ecco-cosa-ha-detto-tavares.html
Dalla vendita alla produzione di auto cinesi: la speranza dei sindacati
«La comunicazione di oggi è il segno tangibile che le vetture della Leapmotor saranno commercializzate nel nostro continente» commentano Edi Lazzi segretario generale della Fiom-Cgil di Torino e Gianni Mannori responsabile Fiom Mirafiori. «L’arrivo delle case costruttrici cinesi è ormai un dato di fatto che, dal nostro punto di vista, deve essere sfruttato in positivo - proseguono i due -. Sarà infatti necessario non limitarsi alla commercializzazione, ma arrivare in tempi brevi alla fabbricazione di auto cinesi in Europa, con la costruzione di nuove fabbriche e l’assunzione di nuovo personale, oppure l’assegnazione di modelli negli stabilimenti già esistenti».
L'imput dei sindacati è chiaro: «Candidiamo Torino per ospitare i produttori cinesi che venendo nel nostro territorio troverebbero capacità e competenze». Così come «sarebbe utile portare a Mirafiori la produzione di modelli Leapmotor che consentirebbero di innalzare le produzioni e mettere un altro tassello per il rilancio del nostro storico stabilimento e la città di Torino in generale».
«Il fatto che arrivi lavoro è sempre positivo» dichiara, dal canto suo, il segretario generale Uilm Torino, Luigi Paone. «Auspichiamo che oltre alla logistica, a Torino arrivi più produzione. Ci auguriamo che l'azienda ricollochi i lavoratori attualmente in contratto di solidarietà negli stabilimenti torinesi e, qualora non ci fosse la disponibilità di figure professionali, che vi siano assunzioni di giovani» .
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