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LO STUDIO
04 Luglio 2024 - 17:02
Nel 2023, il Piemonte ha registrato una crescita economica dell’1%, un po’ superiore alla media nazionale e in linea con le regioni benchmark. Questo risultato è stato determinato dall’ancora presente spinta del settore delle costruzioni, così come dalle imprese manifatturiere e del terziario più qualificate. Si è confermato brillante l’andamento delle esportazioni (+7,1% a prezzi costanti). È quanto emerge dal Rapporto annuale Piemonte Economico Sociale 2024 dell’Ires, delineando un quadro economico e occupazionale generalmente positivo per la regione per l’anno appena trascorso, con previsioni moderatamente ottimistiche per gli anni a venire.
Gli investimenti fissi lordi sono cresciuti del 4,6%. Il settore turistico ha mostrato una performance apprezzabile, con arrivi e pernottamenti significativamente superiori ai livelli pre-pandemia. Segnali positivi anche dal mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione si è ridotto al 6,1% accompagnato da un incremento dei contratti a tempo indeterminato, anche per i giovani, e delle assunzioni di laureati. Nel complesso, quindi, «il Piemonte ha mostrato una buona resilienza all’interno di un quadro generale sfidante ed incerto» spiegano dall’Ires presentando il rapporto.
Le previsioni 2024
Le previsioni per il 2024 indicano una crescita del Pil dello 0,7%, con un leggero calo degli investimenti fissi lordi determinato dal previsto rallentamento del settore edilizio, salvo ulteriori stimoli provenienti dal Pnrr. Il tasso di disoccupazione dovrebbe ridursi al 5,5% entro il 2024, con ulteriori miglioramenti previsti fino al 2027. I tassi di occupazione e di attività per la classe di età tra i 15 e 64 anni crescerebbero ulteriormente: nel 2027 in Piemonte il primo toccherebbe poco meno del 70% e il secondo arriverebbe a superare il 73% (circa 69% a livello nazionale).
Produttività
«Il sostegno alla crescita futura potrà venire, in una situazione declinante di offerta di lavoro, dall’aumento della produttività, da un innalzamento ulteriore del tasso di partecipazione e dall’attrazione di nuove persone dall’esterno della regione» spiegano dall’Ires. Sostenere la produttività richiede innovazione, investimenti in tecnologia ma anche creazione di competenze, con una particolare attenzione ad indirizzare il sistema formativo tenendo conto delle esigenze delle imprese.
Inoltre è necessario favorire l’accesso al mercato del lavoro delle fasce di popolazione che presentano un tasso ridotto di partecipazione, iniziando dai Neet e dalle donne, aumentare l’attrattività del territorio regionale per chi viene da fuori, ed anche trattenere i nostri giovani (spesso qualificati) che vanno a lavorare all’estero.
Pnrr, 12 miliardi
Particolare attenzione per i 12 miliardi di euro tra Pnrr e fondi europei che stanno atterrando sulla regione.«Si tratta di una iniezione di denaro molto importante» ha commentato Angelo Robotto, direttore Ires Piemonte. La gestione efficace delle ingenti risorse pubbliche provenienti dai fondi europei e dal Pnrr è cruciale per il Piemonte. Tuttavia sta emergendo una ridondanza negli strumenti di sviluppo locale e una riduzione nella capacità di governance che si lega anche all’indebolimento e talvolta alla soppressione degli enti territoriali intermedi. Il rapporto sottolinea quindi la necessità ed utilità di una incisiva regia regionale per garantire coerenza e coordinamento tra le diverse linee di intervento e supportare il dialogo con le reti territoriali.
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