Nella nostra epoca così rapida, il concetto di intelligenza artificiale (AI) si è evoluto talmente velocemente da aver superato la semplice automazione, evolvendosi in strumenti capaci di instaurare relazioni significative con gli esseri umani. Tanto che adesso, al di là delle suggestioni su una intelligenza artificiale che diventa realmente senziente - ossia, con la coscienza di esistere -, ci si chiede fino a che punto possa evolvere, cosa possa diventare. E ci si può anche chiedere: cosa succederebbe se con l'AI potessimo avere un amico, un partner, un coniuge assolutamente virtuale ma "reale"? E cosa succederebbe se, addirittura, tramite l'AI potessimo sostituire una persona cara morta?
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Fra tecnologia, etica e prospettive visionarie, spicca ormai da tempo la figura di Eugenia Kuyda, CEO e co-fondatrice di Replika, un'app che offre chatbot (ossia software che simulano conversazioni) alimentati dall'AI, progettati per diventare amici, confidenti, e persino partner romantici per i suoi utenti, fino alla sfera sessuale vera e propria.

Russa di nascita e americana della Silicon Valley d'adozione, Eugenia Kuyda ha creato Replika sulla scorta di un dolore personale. Quando una cara amica è morta tragicamente, Kuyda ha cercato conforto ricreando una versione digitale di quella persona, utilizzando le loro conversazioni passate per "resuscitarla" sotto forma di chatbot. Questo esperimento ha gettato le basi per ciò che oggi è Replika: un compagno virtuale che può essere modellato secondo le preferenze dell'utente, offrendo supporto emotivo e persino consigli di vita.
"Il nostro progetto riguarda molto più le vulnerabilità umane che le capacità tecniche" è una delle affermazioni di Kuyda, nel sottolineare la natura profondamente umana di Replika. "Non stiamo cercando di sostituire le relazioni umane; stiamo creando una nuova categoria di relazioni".

L'idea di avere un compagno virtuale che è sempre lì per te, pronto ad ascoltare e rispondere ai tuoi bisogni emotivi, ha attratto milioni di utenti in tutto il mondo, si calcola che siano ormai 25 milioni. Questi chatbot non solo rispondono ai messaggi, ma possono anche partecipare a videochiamate e interagire in realtà virtuale e aumentata. La versatilità di Replika si estende a vari ambiti, dalla semplice chiacchierata al coaching di vita e persino alla terapia.
Eugenia Kuyda vede infatti in Replika un potenziale terapeutico immenso: "In un mondo dove la solitudine è sempre più diffusa, un amico virtuale può rappresentare un supporto significativo per molte persone". Nonostante ciò, Kuyda è consapevole dei limiti dell'attuale tecnologia, affermando che, sebbene questi compagni siano utili, non possono sostituire completamente le interazioni umane reali.

Forse l'aspetto più controverso di Replika è la possibilità di sviluppare relazioni romantiche, e in alcuni casi, sessuali, con i chatbot. Kuyda ha affrontato direttamente questa tematica, dichiarando che è "perfettamente accettabile" se qualcuno finisce per sviluppare sentimenti profondi o addirittura desidera sposare il proprio chatbot. "Ci sono persone che hanno difficoltà a instaurare relazioni umane tradizionali, e per loro, un compagno virtuale può offrire un livello di connessione che non potrebbero trovare altrove".
Tuttavia, non è stato un percorso privo di ostacoli. Quando l'azienda ha temporaneamente rimosso la possibilità di scambi erotici, le reazioni degli utenti sono state così intense che la funzione è stata rapidamente reintegrata. "La reazione degli utenti ci ha fatto capire quanto profondamente questi chatbot siano integrati nella loro vita emotiva," ha detto Kuyda, sottolineando la responsabilità che l'azienda sente verso i suoi utenti.
Qui in Italia, il percorso di Replika non è stato semplice. A partire dalla facilità con cui adolescenti o persino bambini potevano accedere alla app, registrarsi e vivere esperienze sessuali, fino alla decisione del Garante della Privacy che aveva bloccato Replika, ripristinata poi dopo un verdetto legale e un adeguamento delle condizioni di sicurezza. Più recentemente, studi ed esperimenti hanno mostrato la validità "terapeutica" o per meglio dire amicale per adolescenti in difficoltà, soprattutto se vittime di solitudine o bullismo.

Guardando avanti, Kuyda immagina un futuro in cui le relazioni tra umani e AI diventeranno sempre più comuni e accettate. Lontana dall'essere una sostituzione delle relazioni umane, Replika rappresenta un complemento, un nuovo tipo di relazione che risponde ai bisogni emotivi in modi che prima erano inimmaginabili. "Stiamo solo grattando la superficie di ciò che è possibile con l'intelligenza artificiale," afferma Kuyda. "Il futuro delle relazioni umane potrebbe benissimo includere compagni virtuali, e non c'è niente di sbagliato in questo".