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La crisi dell'ex Fiat

Stellantis, "operazione Doghouse": ecco cosa significa (mentre aspetta De Meo)

Una mail interna del Gruppo per tagliare i costi dei fornitori. I rumors sull'addio di Carlos Tavares

Stellantis, "operazione Doghouse": ecco cosa significa (mentre aspetta De Meo)

Sono sempre più insistenti le voci che vogliono un cambio della poltrona a Stellantis: quello di Luca De Meo - ceo di Renault - è ormai il nome su cui puntano tutti i bookmaker dell’automotive come successore di Carlos Tavares.

Quest’ultimo, bollando come «speculazioni» le voci di una fusione fra Stellantis e Renault, visitando lo stabilimento francese di Sochaux ha però detto che nel 2026, alla scadenza del suo contratto, «avrò 68 anni. Un’età ragionevole per la pensione. Se chiedete a mia moglie, vi dirà che è un’esigenza da parte sua. Sono un buon marito». Conoscendo il suo modo di rapportarsi con i media, è difficile che pensi di lasciare così semplicemente, senza un ulteriore balzo in avanti che soddisfi le sue grandi ambizioni, con l’ombra del fallimento, per la situazione critica attuale di Stellantis.

Dove, peraltro, sono cominciate le manovre per salvare il salvabile, a partire dalle spese esterne, ossia i conti dei fornitori. Una mail interna a firma della cfo Nathalie Knight - riferisce MilanoFinanza - dice «the doghouse is back». Ossia è tornato il “doghouse”, che è un termine usato per indicare «progetti che richiedono particolare attenzione». Soprattutto se si tratta di far risparmiare soldi all’azienda.

“Doghouse” significa “cuccia”, ma viene usato, in inglese, anche per dire «caduto in disgrazia». È il caso di Tavares, che secondo certi rumors John Elkann per primo vorrebbe rimpiazzare? De Meo sarebbe un ritorno per l’ex Fiat, essendo stato uomo di Marchionne ai tempi del lancio della Fiat 500. Il ceo portoghese, intanto, è atteso da una riunione del cda negli Stati Uniti nei prossimi giorni, e l’11 ottobre dalla commissione attività produttive della Camera. Infine, dal 14, il Salone dell’Auto di Parigi, casa sia di Stellantis sia di Renault. In attesa di annunci o meno - e mentre Stellantis si sfila dalla politica dei dazi contro le auto cinesi, invocando una concorrenza leale -, lui dice che «c’è ancora tempo» per invertire la tendenza dell’ex Fiat.

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