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IL CASO
19 Ottobre 2024 - 20:25
Il gruppo di prevenzione e contrasto all’illegalità nella gestione degli appalti e dei servizi sanitari
«Avremo il compito di identificare gli odori che danno un segnale di pericolo e potenziale criticità. Non vogliamo arrivare con le interdittive antimafia che bloccano i cantieri». Così l’ex pm della direzione distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Torino, Antonio Rinaudo descrive il lavoro che è chiamato a svolgere, insieme al gruppo di prevenzione e contrasto all’illegalità nella gestione degli appalti e dei servizi sanitari, istituto all’interno della Direzione Sanità della Regione.
Insieme a Rinaudo lavoreranno Filippo Dispenza, prefetto a riposo e commissario straordinario del Governo di Caivano; il generale di Brigata (nella riserva) dell’Arma dei Carabinieri Franco Frasca e Giovanni Mainolfi, generale di Corpo d’Armata (Aus.) della Guardia di Finanza. «Prevenire ogni rischio di infiltrazioni criminali negli appalti pubblici è un dovere assoluto per le pubbliche amministrazioni» commentano i quattro, incaricati di accompagnare il percorso di realizzazione delle opere del piano di edilizia sanitaria piemontese, che hanno tra loro iter e tempistiche differenti, diverse stazioni appaltanti e varie forme e fonti di finanziamento.
«Dobbiamo garantire che i 4 miliardi e mezzo del piano di edilizia sanitaria possano essere spesi in fretta e con garanzia di assoluta trasparenza e legalità» ha commentato il presidente della Regione Alberto Cirio. «La normativa attuale ha già al suo interno importanti misure di contrasto all’infiltrazione della malavita organizzata, ma credo sia doveroso incrementare maggiormente le verifiche e di farlo avvalendosi di altissime professionalità quali sono quelle individuate» ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi.
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